A circa un anno dall’entrata in vigore del regolamento che consente di vendere online farmaci Sop e Otc, è ancora il Piemonte la regione nella quale è più alto il numero di farmacie o parafarmacie che hanno deciso di avviare il canale telematico per la cessione di tali medicinali. FarmaciaVirtuale.it nel corso del mese di maggio aveva sottolineato come già in quel momento la regione nord-occidentale fosse la prima in Italia, con 44 farmacie e 7 parafarmacie autorizzate. Tale leadership si è consolidata nei due mesi successivi, arrivando ad un totale di 60 esercizi.
Al secondo posto figura la Lombardia, con 44 siti online (42 farmacie e 2 parafarmacie), mentre l’ultimo gradino del podio è occupato dalla Campania e dall’Emilia Romagna, a pari merito, con 33 esercizi (30 + 3). In buona posizione anche il Lazio, con 30 tra farmacie (25) e parafarmacie (5). Ma a questo punto occorre fare un deciso balzo indietro per trovare la Puglia con 18 esercizi, quindi la Sardegna con 15, la Toscana con 14 e ancora le Marche con 11. Tutte le altre regioni italiane risultano aver autorizzato meno di 10 tra farmacie e parafarmacie, il che indica un evidente difficoltà ad ingranare per il canale telematico. Emblematici in particolare i casi di Abruzzo, Calabria, Sicilia e Trentino Alto-Adige che figurano ancora a quota zero. Di poco migliore la situazione in Basilicata e Molise (una sola farmacia online), in Valle d’Aosta (2), in Liguria (3) e in Friuli Venezia Giulia (5, di cui 4 farmacie e una sola parafarmacia).
Il totale, in questo modo, risulta passato dai 190 esercizi del mese di maggio (166 farmacie e 24 parafarmacie) agli attuali 288 (dati aggiornati alla data dell’8 luglio), con in particolare 248 farmacie e 40 parafarmacie.
Federfarma aveva recentemente pubblicato un vademecum che riassume tutti gli adempimenti necessari per le farmacie che vogliano lanciare la vendita online di medicinali senza ricetta e altri prodotti. Redatto in collaborazione con il Movimento Consumatori e con la supervisione del ministero della Salute, il documento è reperibile sulla homepage del sito dell’associazione di categoria, che spiegava: «Il Vademecum non sarà un documento “statico”, ma verrà costantemente aggiornato inserendo sia possibili futuri chiarimenti provenienti dal ministero, sia eventuali nuove disposizioni normative o regolamentari».
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