Come riportato da FarmaciaVirtuale.it ai propri lettori, lo scorso agosto diverse sigle di categoria avevano lanciato l’allarme sulla possibile carenza di vaccini antinfluenzali, nelle disponibilità delle farmacie territoriali al fine coprire quelle categorie non rientranti nelle campagne di vaccinazioni ma comunque bisognose di copertura. A questo allarme era seguita una convocazione al ministero della Salute dove le sigle avevano rappresentato la gravità della situazione. Alcuni giorni dopo, il 15 settembre, la Conferenza Stato-Regioni aveva dato il via libera all’assegnazione di una quota del 1,5% sul totale dei vaccini antinfluenzali, da destinare alla cessione attraverso le farmacie territoriali. Quantità definita «inadeguata» dalle stesse rappresentanze di categoria.

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Mandelli: «Farmacie ancora sprovviste di vaccino»

Ebbene, a distanza di alcune settimane dal primo appello, il problema sembrerebbe essere tutt’altro che risolto. A ribadire la necessità di ulteriori quote destinate alle farmacie è Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi), il quale, in un’intervista rilasciata al telegiornale “Studio Aperto”, fa sapere che le farmacie sono «sprovviste delle dosi di vaccino necessarie a provvedere alle richieste delle persone che non rientrano nell’obiettivo della campagna nazionale, in un momento in cui tutta la comunità scientifica raccomanda di generalizzare il più possibile la copertura antinfluenzale».

L’ipotesi di importare il vaccino dall’estero

Secondo quanto sostiene Mandelli, «le dosi messe a disposizione delle Regioni, circa 250mila, sono insufficienti: ne occorrerebbero almeno un milione in più. Le aziende produttrici hanno scritto alla Federazione dicendo di non poter soddisfare eventuali ordini». Ciò invitando le Regioni ad accettare sul territorio «un numero adeguato di dosi, che poi lo Stato provvederà a reintegrare» o, in alternativa, ricorrere al mercato estero su cui trovare dosi da importare. «Non vedo in questo momento altre soluzioni al problema – evidenzia Mandelli -. Un problema che, se non risolto, oltre a complicare il contrasto della pandemia, rischia di generare allarme sociale, come avvenuto nel caso delle mascherine».

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