La Federazione internazionale farmaceutica (Fip) ha pubblicato oggi un rapporto che illustra le modifiche normative e pratiche relative alle vaccinazioni effettuate nelle farmacie in 17 paesi. L’indagine adotta un approccio metodologico misto, comprendente studi di caso basati su sondaggi a risposta aperta e discussioni di gruppo focalizzate, con l’obiettivo di promuovere il contributo essenziale dei farmacisti nell’ampliamento della copertura vaccinale e nella riduzione delle malattie prevenibili tramite vaccinazione a livello mondiale.

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Analisi delle pratiche vaccinali in farmacia. Undici casi di studio provenienti dalle organizzazioni membri della Fip in Australia, Belgio, Francia, Germania, Grecia, India, Italia, Giordania, Lituania, Norvegia e Romania hanno fotografato lo stato delle attuali coperture cliniche, dei quadri politici, dei modelli di remunerazione finanziaria, dei processi di implementazione, dell’impatto delle vaccinazioni in farmacia sui tassi di copertura vaccinale e della soddisfazione pubblica nei confronti di tali servizi. Il rapporto offre aggiornamenti da altri sette paesi – Algeria, Lettonia, Malta, Polonia, Arabia Saudita, Tunisia e Emirati Arabi Uniti –, con sviluppi recenti in termini di pratiche di vaccinazione in farmacia, fornendo una comprensione più ampia delle pratiche globali.

Barriere e strategie per l’implementazione del servizio. Il documento include osservazioni da 10 paesi che incontrano ostacoli nell’introduzione di questo importante servizio professionale da parte dei farmacisti, con contributi raccolti da Estonia, Ghana, India, Indonesia, Libano, Malaysia, Singapore, Spagna, Türkiye e Ucraina. Il rapporto sostiene sistemi normativi e legislativi che abilitino i farmacisti a svolgere ruoli legati alla vaccinazione, con l’obiettivo di garantire un accesso equo alle vaccinazioni somministrate in farmacia. Ciò enfetizzando l’importanza di percorsi formativi e di certificazione per dotare i farmacisti della fiducia e competenza necessarie per adempiere a questi ruoli. Nel rapporto sono riportati i modelli di remunerazione appropriati per la fornitura sostenibile a lungo termine di questi servizi.

Il contributo dell’Italia alle vaccinazioni in farmacia. Per l’Italia, Mauro Lanzilotto, responsabile rapporti internazionali di Federfarma, ha contribuito alla stesura del rapporto. Nel documento viene evidenziato che in Italia i farmacisti formati sono autorizzati a somministrare vaccini contro l’influenza a soggetti di età superiore ai 18 anni, inclusi coloro che hanno diritto al vaccino gratuito, come soggetti fragili e anziani di età superiore ai 60 anni, esclusa la prima vaccinazione. Per quanto riguarda il vaccino contro il Covid-19, i farmacisti possono somministrarlo a soggetti adulti e adolescenti, esclusa la prima vaccinazione. Nella regione Marche, i farmacisti possono vaccinare contro l’herpes zoster i soggetti di età superiore ai 65 anni e i soggetti fragili.

Possibilità di somministrare vaccini contro il Covid-19 e influenza. Nel documento Fip viene citato il Memorandum of understanding (Mou) del 28 luglio 2022 tra il governo, le regioni e le province autonome, Federfarma, Assofarm e Farmacieunite, che ha introdotto la possibilità per i farmacisti di somministrare vaccini contro il Covid-19 e l’influenza, oltre alla realizzazione di test diagnostici che prevedono il prelievo di campioni biologici da naso, saliva o orofaringe. Come è noto, i servizi possono essere effettuati sia all’interno della farmacia che in aree o locali separati, purché situati nell’ambito del territorio di competenza della farmacia come definito nella pianta organica. Ulteriori punti affrontati riguardano la remunerazione dell’atto vaccinale. Per approfondire si rimanda alla sezione “Documenti allegati” per il report integrale.

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