L’ipotesi avanzata dal Consiglio dei ministri di permettere ai farmacisti di vaccinare i cittadini anche in assenza di un medico se da un lato ha trovato riscontro positivo tra i farmacisti, d’altro canto ha sollevato perplessità da parte del Movimento nazionale liberi farmacisti (Mnlf). L’organizzazione ha evidenziato infatti diversi punti a sfavore, tra cui la mancanza di tutela legale per i professionisti del settore nell’erogare in autonomia questo tipo di servizio. «Non esiste allo stato attuale dei fatti – dichiara l’organizzazione in una nota – nessuna norma, legge o provvedimento efficace che tutela il farmacista vaccinatore sia sotto il profilo penale che civile. La legge in essere, Gelli-Bianco, in materia di responsabilità sanitaria, ha solo reso più ingarbugliata la materia da un punto di vista giuridico, ma non ha risolto le problematiche sul tappeto. Del resto, quanto accaduto in Sicilia circa i presunti effetti avversi del vaccino e il relativo avviso di garanzia a medici e infermieri è emblematico».

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«Occasione di crescita ma valutarne le responsabilità»

Nel corso dell’ultimo anno si è a lungo dibattuto sullo sviluppo della Farmacia dei servizi, evoluzione che ha permesso all’attività di ampliare il proprio raggio d’azione, assegnando però ai farmacisti incarichi e mansioni di crescente responsabilità, come l’esecuzione dei tamponi e ora dei vaccini. «La possibilità di vaccinare per il farmacista può essere occasione di crescita – sostiene il Mnlf – ma non può essere attuata improvvisando ruoli al solo fine di sostenere carriere politiche o obiettivi economici di una parte minoritaria dei farmacisti italiani. È certamente opportuno in questa fase coinvolgere il maggior numero di siti vaccinali, ma riteniamo che la presenza del medico sia ora imprescindibile». Il Movimento nazionale liberi farmacisti aggiunge poi che «la responsabilità in caso di reazione avversa, lieve o grave, a seguito della somministrazione del vaccino da parte del farmacista, ricade sulla struttura a cui lo stesso è legato da contratto di lavoro. Proprio la legge Gelli-Bianco (24/2017) incentiva a chiamare in causa la struttura sanitaria».

Più incarichi e responsabilità con contratto che non prevede atti medici

Come sottolinea il Mnlf, la richiesta di assumere nuove responsabilità va valutata anche alla luce della situazione contrattuale in cui si trovano attualmente i farmacisti collaboratori, in attesa da otto anni del rinnovo del contratto collettivo di categoria, che peraltro non contempla mansioni mediche. «L’attuale Ccnl del farmacista dipendente di farmacia è collegato a quello del commercio e non contempla atti medici come l’inoculazione di un vaccino – precisa il Movimento nazionale liberi farmacisti -. Esso è inoltre vacante nel rinnovo da oltre otto anni. Prima si doveva aggiornare il contratto riconducendolo nell’ambito sanitario come da anni richiede il Mnlf, includendo nuove prerogative e tutele legali. Per tali motivi il Movimento ritiene non vi siano le condizioni sufficienti perché il farmacista operi direttamente la vaccinazione, sia perché egli non è tutelato, sia perché la mancanza di un contratto scaduto da oltre otto anni che ricade nel commercio e non in ambiti sanitari, non definisce nello specifico il “recinto” degli oneri e dei doveri a cui attenersi».

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