L’Associazione europea delle industrie farmaceutiche e delle associazioni (Efpia) ha presentato una domanda dinanzi al Tribunale dell’Unione europea per contestare gli obblighi di responsabilità estesa del produttore previsti dalla Direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane (Uwwtd). L’industria farmaceutica vuole maggiore chiarezza su come la decisione di includere solamente due settori nel sostenere la responsabilità per il trattamento quaternario delle acque reflue urbane in Europa sia in linea con il principio “chi inquina paga” dell’Ue.

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Contrasto con i principi fondamentali dei Trattati Ue

Secondo l’Efpia, gli obblighi imposti dalla Direttiva ai produttori di medicinali sono in contrasto con i principi chiave dei Trattati Ue: “chi inquina paga”, proporzionalità e non discriminazione. Essi contraddicono il requisito di certezza del diritto. L’associazione e i suoi membri sostengono il principio “chi inquina paga”, secondo cui tutti i produttori dovrebbero essere ritenuti responsabili e sostenere i costi dell’inquinamento idrico in base al volume e alla pericolosità delle sostanze di cui sono responsabili. L’industria rimane pienamente impegnata a pagare la propria giusta quota per la rimozione dei micro-inquinanti derivanti dall’uso dei suoi medicinali.

Corretto smaltimento dei medicinali e campagna di sensibilizzazione

Le aziende membri dell’Efpia hanno evidenziato di aver investito negli anni ingenti risorse finanziarie nell’innovazione per garantire che le acque reflue derivanti dalla produzione farmaceutica siano trattate alla fonte e non entrino nel sistema idrico, riducendo così i residui farmaceutici nell’ambiente. La stragrande maggioranza dei farmaci presenti nelle acque proviene dai pazienti trattati con medicinali che passano attraverso il loro organismo nelle acque reflue o dallo smaltimento errato dei medicinali (inutilizzati o scaduti). L’Efpia sostiene processi adeguati per il corretto smaltimento e, insieme ad altre associazioni di categoria, ha lanciato la campagna medsdisposal per sensibilizzare su come smaltire correttamente i medicinali inutilizzati o scaduti in tutta l’Unione europea.

«Chiarezza legale sulla Direttiva»

Nathalie Moll, direttore generale Efpia, ha osservato che «stiamo cercando chiarezza legale sulla Direttiva, avendo tentato, senza successo, di ottenere chiarimenti dalla Commissione europea sulla logica di ritenere responsabili dell’inquinamento idrico in Europa solo le industrie farmaceutiche e cosmetiche, nonostante le prove suggeriscano che altri settori dovrebbero essere inclusi».

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