
Dopo telemedicina e televisita, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) ha pubblicato un documento analitico con il modello orientativo per l’erogazione del teleconsulto. Il testo, curato dal gruppo di lavoro composto da Pasquale Arena, Lorenzo Bandini, Alice Borghini, Beatrice Delfrate, Francesco Gabbrielli, Maddalena Iodice, Ivano Leta, Luigi Morra, Ciro Pappalardo e Marica Scotellaro, è una mappa concettuale dettagliata delle attività necessarie per assicurare la qualità della prestazione e l’interoperabilità dei servizi sanitari di telemedicina. Il modello, concepito per avere valenza nazionale, si propone di orientare il corretto inserimento del teleconsulto nei percorsi assistenziali, facilitando l’adeguamento alle specifiche esigenze locali e la cooperazione sanitaria transfrontaliera. Il workflow di riferimento, disponibile graficamente sulla Piattaforma nazionale di Telemedicina, è sviluppato secondo lo standard internazionale HL7 Clinical Quality Language, permettendo sia la comprensione umana sia l’elaborazione automatica da parte di strumenti digitali.
[Non perdere le novità di settore: iscriviti alla newsletter di FarmaciaVirtuale.it. Apri questo link]
Dalla richiesta alla preparazione: le fasi preliminari
La procedura operativa si articola in quattro sezioni consequenziali. La prima fase concerne la richiesta di teleconsulto, atto di competenza del medico che ha in carico il paziente. La decisione di richiedere il consulto a distanza può scaturire in presenza di una diagnosi nota, di un sospetto diagnostico o per finalità preventive. Il medico richiedente assume la responsabilità di indicare le caratteristiche esecutive della prestazione, specificando se essa debba essere mono-specialistica o multi-specialistica, sincrona o asincrona, nonché se programmata o in regime di emergenza-urgenza. La richiesta deve avere le informazioni cliniche e amministrative: i dati del paziente, l’anamnesi, la diagnosi o il sospetto diagnostico, il quesito clinico e l’elenco della documentazione digitale disponibile. Per i teleconsulti programmati è necessario acquisire il consenso informato del paziente, mentre in situazione di emergenza tale requisito non è previsto. La seconda sezione è dedicata alla preparazione tecnico-amministrativa, con la verifica della correttezza procedurale e dell’adeguatezza delle dotazioni tecnologiche, differenziate per prestazioni programmate e interventi in emergenza-urgenza.
Erogazione e relazione collaborativa: la conclusione del processo
Venendo alla terza sezione, essa descrive le modalità di erogazione del servizio, che si basa su una discussione collegiale tra medici supportata da tecnologie di videoconferenza e condivisione di dati. Il teleconsulto sincrono multi-specialistico richiede attenta moderazione della discussione da parte del medico richiedente per garantire un corretto scambio di informazioni. Per il teleconsulto asincrono, caratterizzato dallo scambio di messaggi audio e video in momenti differenti, è fondamentale predeterminare le tempistiche di risposta. Al termine della prestazione, ha inizio la quarta e ultima sezione, relativa alla redazione della relazione collaborativa. Ogni medico consultato fornisce per iscritto il proprio parere, che viene sintetizzato dal medico richiedente in un documento unico. La relazione, che non costituisce un referto autonomo, viene allegata al referto della prestazione medica durante la quale il teleconsulto è stato richiesto e successivamente inserita nel Fascicolo sanitario elettronico. Il medico richiedente ha infine l’onere di comunicare gli esiti al paziente, specificando se le indicazioni operative derivino dalla decisione collegiale o da una sua valutazione autonoma.
Si rimanda alla versione integrale nella sezione “Documenti allegati”.
Documenti allegati
Non perdere gli aggiornamenti sul mondo della farmacia
Riceverai le novità sui principali fatti di attualità.
Puoi annullare l'iscrizione con un click. Non condivideremo mai il tuo indirizzo email con terzi.



