«Caro collega, a tredici anni dalle liberalizzazioni introdotte dalla Legge Bersani, sul tema degli esercizi di vicinato si registra uno scontento generale. Una parte delle associazioni delle parafarmacie lamenta gravissime difficoltà economiche; altre – come la tua – lo negano, ma chiedono un ulteriore allargamento della portata della Legge Bersani; i titolari di farmacia si ritengono danneggiati dall’uscita dei farmaci in libera vendita dal canale farmacia. Persino la GDO non è soddisfatta di quanto ottenuto». Comincia così la lettera di Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani, all’indirizzo di Vincenzo Devito, presidente del Movimento nazionale liberi farmacisti. Giovedì 7 febbraio Devito aveva inviato, all’indirizzo di Mandelli, una lettera aperta che esprimeva perplessità in merito alla posizione della Fofi rispetto al tavolo insediato presso la Federazione, quest’ultimo con il fine di poter valutare soluzioni condivise tra i farmacisti titolari di parafarmacia.

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«La nostra proposta – presentata lo scorso luglio in una manifestazione del movimento che presiedi – di un tavolo tra tutte le associazioni dei farmacisti interessate – prosegue Mandelli -, mira a mettere a punto attraverso il confronto una soluzione condivisa dai farmacisti coinvolti. E’ un percorso difficile, che richiede tempo e l’impegno di tutti. Ma a mio avviso vale la pena provarci perché la nostra professione lo merita. Questo è lo spirito del tavolo FOFI, lineare e trasparente». Da qui l’apertura di Mandelli: «Sul tavolo ognuno porta le sue idee e proposte, comprese le nostre che, come sempre, saremo felici di condividere e discutere apertamente. La stessa cosa che chiedo a te. Un cordiale saluto».

Risposta che Devito, dal canto suo, ha ritenuto non sufficiente, considerata, si legge in una nota, «la totale assenza di riferimenti circa la proposta avanzata dal presidente Mnlf sulla valutazione “ponderale” del peso delle sigle». Inoltre, sottolinea il Movimento, «si ritiene che il giudizio sul decreto Bersani possa essere “viziato” da pregiudizio come nella lettera aperta ampiamente dimostrato». Infine, i ringraziamenti: «Ringraziamo comunque per la celere, ma incompleta risposta».

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