La Fondazione Gimbe ha presentato alla Camera dei Deputati l’ottava edizione del rapporto sul Servizio sanitario nazionale. Il documento, illustrato dal presidente Nino Cartabellotta, ha mostrato un quadro di progressiva erosione del sistema sanitario pubblico, caratterizzato da finanziamento inadeguato e da crescita parallela dei soggetti privati. Il rapporto ha esaminato in profondità le criticità strutturali, dai divari territoriali alla composizione del personale, fino allo stato di avanzamento del Pnrr e della riforma dell’assistenza territoriale. I dati hanno confermato la tendenza al trasferimento dei costi sui cittadini, con conseguenze dirette sull’accesso alle cure e sull’equità del sistema.
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Definanziamento e squilibri nella ripartizione delle risorse
Nonostante l’incremento nominale del Fondo sanitario nazionale, l’analisi della Fondazione Gimbe ha rilevato la consistente riduzione in termini reali. La percentuale del Fsn sul Prodotto interno lordo è scesa, determinando la diminuzione di 13,1 miliardi di euro nel triennio 2023-2025. Secondo le proiezioni, il divario tra fabbisogno e finanziamento pubblico è destinato ad ampliarsi, gravando sui bilanci regionali. Il meccanismo di riparto del Fsn è stato giudicato dal Gimbe poco equo, con disparità pro-capite tra le Regioni. Le aree con popolazione più giovane, come Campania e Lombardia, ricevono risorse inferiori alla media nazionale, mentre Liguria e Molise, caratterizzate da un indice di vecchiaia elevato, ottengono finanziamenti maggiori. La spesa sanitaria complessiva vede un 22,3% a carico diretto delle famiglie, fenomeno che spinge oltre 5,8 milioni di persone a rinunciare a prestazioni sanitarie per motivi economici.
Pnrr in ritardo e l’espansione del settore privato
Come emerso nel Report, l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza in ambito sanitario ha registrato arretratezze. Il monitoraggio ha indicato che solo una piccola percentuale delle Case della comunità previste è effettivamente operativa con tutto il personale necessario. Un ritardo analogo ha interessato gli ospedali di comunità. Contemporaneamente, si è osservata una espansione dei soggetti privati, favorita dal progressivo indebolimento della sanità pubblica. I dati hanno mostrato la crescita marcata della spesa out-of-pocket presso le strutture private non convenzionate. Sul fronte del personale, l’Italia occupa una posizione di vertice in Europa per numero di medici, ma è fanalino di coda per il rapporto tra infermieri e abitanti. Secondo il Gimbe, lo squilibrio, unito a retribuzioni inferiori alla media Ocse, mina la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale e ne riduce l’attrattività per i professionisti.
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