“Research to care” è il concorso bandito da Sanofi Italia che nel 2023 è stato dedicato alla ricerca oncologica, con focus sul tumore del polmone non a piccole cellule, seconda patologia più frequente negli uomini e la terza nelle donne. Sul tavolo della giuria sono arrivati 33 progetti e Giulia Mazzaschi, ricercatrice dell’università di Parma, ha ritirato un premio dal valore di 100mila euro, nell’ambito della premiazione avvenuta presso Sala lettura della Fondazione Feltrinelli a Milano. Lo studio presentato – condotto da un team di oltre venti specialisti tra biologici, clinici, oncologi, radiologi e anatomopatologi – punta a identificare precocemente i pazienti con tumore polmonare di stadio avanzato che presentano delle alterazioni genomiche orfane, ossia prive di una terapia bersaglio specifica.

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I cambiamenti degli ultimi anni

Mazzaschi ha sottolineato che «l’obiettivo è individuare questi pazienti, oggi trattati con regimi immunoterapici o chemioimmunoterapici standard, caratterizzarli attraverso un approccio multi-omico avanzato e in un secondo passo proporre, offrire e testare nuove molecole dirette specificatamente contro queste alterazioni genomiche orfane». Mazzaschi ha spiegato che negli ultimi anni si sono avute «due grosse rivoluzioni nell’ambito della patologia polmonare avanzata». Tra queste, «l’avvento dell’immunoterapia, che ha cambiato drasticamente la prognosi dei nostri pazienti, arrivando a un tasso di sopravvivenza a cinque anni fino al 30%, un traguardo mai raggiunto prima. Poi abbiamo la terapia target, diretta verso quei sottotipi di tumore del polmone non a piccole cellule che presentano delle mutazioni genetiche specifiche che ci consentono di sviluppare e proporre delle molecole dirette a colpire proprio quelle mutazioni».

Le menzioni speciali nell’ambito del “Research to care”

Oltre allo studio vincitore, la qualità dei progetti di ricerca ha portato al riconoscimento di due menzioni speciali. Il dottor Damiano Caruso e la professoressa Chiara Nardon tornano rispettivamente alla Sapienza di Roma e all’università di Verona ciascuno con un finanziamento pari a diecimila euro. Airspace, titolo del lavoro presentato dal dottor Caruso, vuole sviluppare un modello di intelligenza artificiale basato sulla signature radiogenomica del carcinoma polmonare attraverso un approccio che combina l’estrazione di parametri quantitativi radiomici da immagini di tomografia computerizzata del carcinoma polmonare con dati clinici, patologici e genomici. In questo modo si avrà una maggiore precisione e una comprensione di aggressività, prognosi e sopravvivenza del tumore, incidendo in ultima analisi sulle strategie terapeutiche. Il progetto Nascet della dottoressa Nardon mira invece a sviluppare una nuova classe di terapie in grado di colpire sia il microambiente tumorale sia le cellule tumorali. Per farlo sfrutta il ruolo chiave del pH nel distretto canceroso e quello dei metalli endogeni ferro e rame. Il disegno della futura terapia prevede un rilascio selettivo delle nuove molecole, capaci di innescare la morte della cellula tumorale mediante i meccanismi di cuproptosi e ferroptosi.

«Progetti presentati sono stati tutti di rilievo»

Silvia Novello, docente di Oncologia medica all’università di Torino, ha mostrato la propria soddisfazione: «Siamo stati felici che molti proponenti avessero un’età decisamente giovane e questo è un elemento che è stato premiato per i finalisti. Ci ha sorpreso la mancanza di spunti nel digital, che era una delle categorie previste dal bando insieme alla ricerca preclinica e a quella traslazionale. Significa che probabilmente non c’è ancora una buona coesione fra i diversi gruppi di lavoro. Ma ripeto, i progetti presentati sono stati tutti di rilievo, tant’è che è stato difficile arrivare prima ai sette finalisti, poi ai tre premiati».

Cattani (Sanofi Italia): «Valorizzare la ricerca pubblica italiana e indipendente»

Marcello Cattani, amministratore delegato di Sanofi Italia, presente all’evento di premiazione, ha illustrato lo scopo dietro alla promozione di un bando come “Research to care”. Cattani ha spiegato che «l’obiettivo è valorizzare la ricerca pubblica italiana e indipendente attraverso il supporto di tre finanziamenti che riconoscono l’eccellenza presente nel nostro paese in campo oncologico. Ogni anno investiamo in Italia circa 25 milioni di euro con un coinvolgimento complessivo di 2mila e 500 pazienti arruolati negli studi clinici supportati da Sanofi. Vogliamo continuare a farlo, ma lo Stato ha una sfida, ovvero ridurre la burocrazia; poi c’è l’uso secondario del dato di privacy, che diventa fondamentale per mantenere il passo con gli scenari competitivi globali, veloci e flessibili degli altri paesi».

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