ruolo del farmacistaCONASFA la Federazione Nazionale che riunisce i farmacisti dipendenti di farmacie di comunità di molte provincie italiane e il Sindacato Nazionale Farmacisti non Titolari SINASFA, si interrogano sul ruolo che dovrebbe avere il farmacista e come e in che modo possa esercitare la sua funzione di operatore sanitario.
Tutti noi siamo consapevoli dell’importanza del nostro ruolo nel mondo sanitario, tuttavia ci chiediamo se le varie figure istituzionali con cui ci confrontiamo ci riconoscano tale valore, il nostro timore risiede in una concezione spesso stereotipata e vecchia della nostra professione che sembra sia ancora un pensiero diffuso.
Il costo sostenuto dalla comunità nella preparazione universitaria di ognuno di noi è molto alto e si assiste in questo momento ad uno spreco della nostra professionalità.
Noi riteniamo che al farmacista debba essere data la possibilità di operare sul territorio e di svolgere quei compiti di collegamento tra il paziente il medico, la farmacia ed eventuali altre figure sanitarie. Potrebbe essere creata anche la figura del farmacista a domicilio partendo dalla Case della Salute in via di costruzione in molte regioni. Prendendo in carico un importante numero di pazienti segnalati dalle istituzioni sanitarie regionali e in collaborazione con i medici di base, il farmacista può seguire il cittadino a domicilio in tutte le fasi del suo percorso terapeutico, verificando l’aderenza alla terapia prescritta, monitorare le varie patologie croniche e la corretta assunzione dei farmaci ed eliminare farmaci scaduti, avariati, consigliati da altri soggetti o non più utili alle terapie in corso.
Per noi, fondamentale, E’ METTERE IN RISALTO la figura del farmacista come professionista INSOSTITUIBILE nel mondo sanitario.
Siamo convinti che vi sia ormai una visione convergente e condivisa a livello mondiale sul fatto che il ruolo del farmacista non può e non deve essere più relegato alla logistica ed alla dispensazione ma che dovrà indirizzarsi sempre più verso i servizi avanzati, ad alto valore aggiunto e che questo alto valore aggiunto deve essere basato su competenze specifiche molto più orientate al benessere del paziente che al farmaco.
Se la parte professionale e imprenditoriale non riuscirà ad integrarsi con queste necessità, il forte rischio di involuzione della professione del farmacista di comunità, registrata in questi anni rischia di diventare una certezza.

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