Il servizio andato in onda lunedì 1 aprile all’interno della trasmissione della Rai Report, riguardante la legge sulla Concorrenza e le grandi catene internazionali di farmacia, ha suscitato ampie discussioni all’interno della categoria. Il farmacista Antonino Annetta, ad esempio, ha osservato nel servizio, giudicato peraltro «interessante», «qualche rilevante stonatura come quella sulla lobby delle farmacie o sul teorema, mai abbandonato da taluni protagonisti del mondo politico, secondo il quale liberalizzazione vuol dire vendere i farmaci di fascia C ovunque». O ancora «il mancato riferimento, tra coloro stanno facendo “shopping” di farmacie, ai fondi di investimento con alle spalle i più grandi gruppi bancari italiani». Il professionista ricorda che la legge sulla Concorrenza fu approvata nell’agosto del 2017, dopo un iter parlamentare lungo e tortuoso, durato più di due anni. E che la norma che ha consentito l’ingresso delle società di capitale nella proprietà delle farmacie «fu inserita quasi in sordina», perché allora il dibattito era incentrato proprio «sulla eventuale vendita dei farmaci di fascia C al di fuori dal canale farmacia».

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«Non ricordo – afferma Annetta in proposito – barricate a difesa della farmacia da parte delle nostre organizzazioni di categoria, non ricordo dichiarazioni a tutela dell’indipendenza della professione, non ricordo convegni, manifestazioni, dibattiti, (a parte qualche timido e tardivo tentativo) contro una legge che silenziosamente stava minando il sistema farmacia». Secondo il farmacista la ragione sta nel fatto che «una parte dei nostri rappresentati di categoria non era e non è contraria al capitale, anche se può sembrare strano o perfino assurdo a noi farmacisti che seguiamo l’evoluzione di tali vicende dietro il banco delle nostre farmacie. Non ci credete? Andate a leggere le dichiarazioni di alcuni colleghi in questi ultimi anni, alcune comunicazioni e circolari in cui l’ingresso del capitale in farmacia veniva definito, cito testualmente, “un’opportunità”».

Inoltre, secondo il farmacista, «la trasmissione di Report che, pur tra le stonature citate prima ha ben evidenziato ciò che sta accadendo e ciò che probabilmente accadrà nei prossimi mesi, ha dimenticato di riferire che tra coloro che sono in testa in termini di acquisto delle farmacie c’è una cooperativa di farmacisti. E che tra i soci di molte società di capitale create ad hoc per questo shopping ci sono diversi titolari di farmacia che, evidentemente, stanno cogliendo “l’opportunità” riferita sopra. Con buona pace delle piccole farmacie indipendenti, vanto del nostro Servizio sanitario nazionale, sacrificate sull’altare del capitale…».

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