Cittadinanzattiva ha presentato al ministero della Salute, alla presenza del Ministro Orazio Schillaci, il Rapporto civico sulla salute 2024. Delle 24.043 segnalazioni raccolte nel 2023, in aumento di quasi 10mila unità rispetto all’anno precedente, il 32,4% riguarda proprio il mancato accesso alle prestazioni, con un incremento del 2,8% sul 2022 e dell’8,6% sul 2021. Seguono le criticità legate alle cure primarie (14,2%), all’assistenza ospedaliera (13,3%) e territoriale (11,1%). Anche l’ambito della prevenzione, pur sotto il 10%, resta rilevante con l’8,6% delle segnalazioni.
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Le lunghe liste d’attesa e la rinuncia alle cure restano le principali criticità
Le liste d’attesa bloccate (31,1%) e le difficoltà nel prenotare visite tramite Cup (20%) sono le cause principali del mancato accesso alle prestazioni. I tempi massimi segnalati dai cittadini per prime visite, controlli, esami diagnostici e interventi chirurgici superano abbondantemente i limiti previsti dalle classi di priorità. Nel 2023 il 7,6% dei cittadini ha rinunciato alle cure, soprattutto per le lunghe attese (4,5%), con percentuali più elevate tra le donne (9%) e nelle regioni del Centro e Sud Italia. Si registra anche un decremento medio dell’8% sul totale delle prestazioni erogate, con punte del -25% in Sardegna e del -28% in Valle d’Aosta e nella provincia di Bolzano.
Cure primarie e assistenza ospedaliera: cittadini chiedono maggiore prossimità e efficienza
Nell’ambito delle cure primarie, i cittadini lamentano difficoltà con i medici di famiglia e pediatri (47,1%) per lo scarso tempo a disposizione e la carenza di informazioni. L’assistenza territoriale, nonostante gli investimenti del Pnrr, viene percepita ancora come “distante” dalle esigenze dei pazienti. Nell’assistenza ospedaliera, l’82,1% delle criticità riguarda l’area di Emergenza-Urgenza e Pronto Soccorso, con lunghe attese, sovraffollamento e carenza di personale. I dati ufficiali confermano la mancanza di oltre 4.500 medici e 10mila infermieri nel settore. Infine, nella prevenzione si segnalano informazioni carenti su vaccinazioni (35,5%) e screening oncologici (31,4%), con persistenti differenze di adesione tra Nord e Sud del Paese.
Rapporto civico “termometro” del rapporto tra cittadini e Servizio sanitario
Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva, ha dichiarato che «le segnalazioni del Rapporto civico, da sempre “termometro” del rapporto tra cittadini e Servizio sanitario, ci restituiscono un fermo immagine da anni bloccato sull’accesso, la piaga della sanità pubblica, capace per la sua portata e per la sua trasversalità di mettere in secondo piano ogni altro ambito, dal governo della sicurezza, alla necessità di umanizzazione, persino alla qualità delle cure». Dunque, secondo Mandorino «avere la percezione di trovare chiusa la porta di accesso al Servizio sanitario – a causa delle difficoltà connesse alla desertificazione dei servizi, alla debolezza delle cure primarie, alla situazione dei Pronto soccorso, alle lunghe liste di attesa – scolora gli altri problemi, pur rilevanti, e impedisce anche di cogliere le aree di miglioramento e innovazione o di assumere un atteggiamento fiducioso nelle riforme in corso».
Il modo in cui vengono erogate le risorse
Mandorino ha poi messo in luce la dinamica sulla base della quale «rivendichiamo per la sanità pubblica risorse maggiori e continuative, dopo che per anni essa è stata considerata una specie di salvadanaio a cui attingere per tappare i buchi di bilancio del nostro Paese, impoverita e desertificata, ma allo stesso tempo dobbiamo chiederci in che modo sono impiegate le risorse, visto che i Livelli essenziali di assistenza non sono ancora mai stati aggiornati, dal 2008 non si propone al Parlamento un Piano sanitario nazionale, e visto che sono state di recente approvate riforme pur significative, come quella sulla non autosufficienza degli anziani, senza investimenti e senza un Patto di corresponsabilità fra Stato centrale e Regioni».
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