Una farmacia in evoluzione, sempre più attiva nell’assistenza diretta dei pazienti, nonostante varie criticità economico-organizzative. Così si presenta la farmacia italiana nel rapporto 2020/2021, diffuso da Federfarma, che la definisce “un’impresa professionale a tutela della salute”. Lo scorso anno la rete nazionale delle farmacie territoriali ha raggiunto 19.669 attività. Dal 1975 il numero delle farmacie è aumentato del 48,2%. Sul totale dei presidi, 6.700 sono farmacie rurali, situate in comuni con meno di 5mila abitanti. Quanto alla situazione occupazionale, i dati Sose ed Enpaf calcolano un totale di 88mila lavoratori nelle farmacie, di cui 22.500 titolari e soci e 2.700 associati in partecipazione e collaboratori familiari. Di questi 88mila, 65.500 sono dipendenti, di cui 48mila farmacisti collaboratori.

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Calo di fatturato e volumi di vendita

L’andamento economico delle farmacie italiane è stato messo a dura prova dalla pandemia, che ha generato costi aggiuntivi per garantire la sicurezza dei lavoratori, degli utenti e degli ambienti in generale. Secondo quanto rilevato da Iqvia, nel 2020 il fatturato del settore ha subito una flessione dell’1,9% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un valore complessivo di 23,625 miliardi di euro. Sul totale del giro d’affari, il 57,8% deriva dalla vendita di farmaci con ricetta (fascia A e C) e il 42,2% da medicinali senza prescrizione e da prodotti del mercato commerciale. Quanto ai volumi, le confezioni vendute sono state 2,4 miliardi (farmaci e mercato commerciale), l’1,7% in meno rispetto al 2019. A integrazione delle perdite derivanti dal calo dei margini nella vendita dei farmaci, continua lo sviluppo di servizi e attività erogati dalle farmacie, per i quali però il settore chiede maggiori risorse. «Ovviamente – sottolinea Marco Cossolo, presidente Federfarma – l’ampliamento delle attività svolte dalle farmacie non può avvenire senza adeguate risorse, anche alla luce del calo della spesa farmaceutica convenzionata, che ha inciso negativamente sul fatturato delle farmacie».

La pronta risposta della farmacia ai bisogni della popolazione

La pandemia ha senza dubbio accelerato l’evoluzione della figura del farmacista, che si sta rivelando sempre più importante nell’ambito del sistema sanitario. «Dal mio punto di vista – dichiara Cossolo nella prefazione del rapporto – non posso non sottolineare come le caratteristiche di capillarità/prossimità, professionalità, informatizzazione, collegamento in rete nonché il rapporto di convenzione con il Ssn abbiano consentito alle farmacie, anche in occasione dell’emergenza sanitaria, di dare risposte mirate ed efficaci ai bisogni della popolazione. Un ruolo particolarmente importante è stato svolto dalle farmacie rurali, dove la farmacia rappresenta spesso l’unico presidio sanitario rimasto al servizio delle comunità». A riconoscere la funzione sempre più preziosa della farmacia è stata anche la Sentenza del Consiglio di Stato n. 111 del 4 gennaio 2021, secondo cui «si è ormai consumata una profonda transizione del ruolo della farmacia da una più tradizionale attività di mera distribuzione di prodotti farmaceutici, verso un ruolo di erogazione di prestazioni e servizi, tanto da potersi sostenere che la farmacia stessa è ormai un centro sociosanitario polifunzionale a servizio della comunità e punto di raccordo tra ospedale e territorio e front-office del Servizio sanitario nazionale».

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