«Il paziente cronico vorrebbe evitare di fare la fila per farsi prescrivere le solite medicine e preferisce non andare dal medico e farsi inviare le ricette direttamente via mail»: è questo il problema principale, secondo il farmacista Pasquale De Lucia, che si trova alla base della problematica relativa ad alcuni medici che trasmetterebbero a mezzo e-mail il promemoria relativo alle ricette dematerializzate, o all’indirizzo di posta elettronica dell’assistito o spesso direttamente alla farmacia.
Federfarma è già intervenuta sulla questione, richiamando la propria nota dell’aprile 2016, trasmessa al Ministero della Salute, al Ministero dell’Economia e delle Finanze e al Garante della privacy, nella quale si afferma che la prassi menzionata contrasta con la procedura disciplinata dal decreto del 2 novembre 2011. Il medico prescrittore, secondo tale decreto, dopo aver generato la ricetta dematerializzata, deve consegnare il promemoria cartaceo al paziente, il quale deve poi recarsi in farmacia a ritirare i farmaci prescritti, consegnando lo stesso promemoria. Del medesimo parere anche il Garante della privacy, che nella sua annuale relazione sulla propria attività presentata il 28 giugno 2016 in Senato, aveva affermato che «attualmente non sono ancora state individuate nuove modalità di fruizione del promemoria da parte del paziente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e pertanto l’unica modalità è quella della consegna del promemoria cartaceo». La circolare della Federazione richiama anche il recente comunicato congiunto Federfarma Umbria/FIMMG Umbria del 20 gennaio 2017, che ha ricordato come la normativa non preveda in alcun caso la trasmissione della ricetta dematerializzata per mezzo di posta elettronica da parte del medico direttamente ad una farmacia. Il problema, secondo De Lucia, è «l’accessibilità alla medicina di base: se questa fosse semplice – spiega il farmacista – non si porrebbe proprio la questione.
Essendo invece molto difficile accedervi, è ovvio che di conseguenza si vengono a creare situazioni che possono degenerare. L’invio del promemoria via mail comporta ovviamente un danno perché la prestazione medica non avviene e quindi nel circuito paziente-medico-farmacia viene bypassato completamente il medico di famiglia, con danno finale per l’assistito. Il problema quindi – ribadisce De Lucia – è l’accessibilità alla medicina generale: risolviamo questo e risolviamo tutto».

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