«Una riforma per valorizzare il ruolo del farmacista, figura da sempre punto di riferimento dei cittadini, ma negli ultimi anni sempre più bistrattata e in molti casi relegata al ruolo di semplice commesso». È stato questo il principale intento e la visione complessiva di quanto emerso a margine del convegno «Professione farmacista: mondo accademico e ordine professionale a confronto», svolto al Nobile collegio chimico farmaceutico di Roma, organizzato dalla farmacista Rossana Matera. Diversi gli interventi nel corso dell’incontro, tra cui Giuseppe Perroni, presidente del Nobile collegio chimico farmaceutico, Emilio Croce, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Roma, Nunzio Giuseppe Nicotra, segretario dell’Ordine dei farmacisti di Roma, Bruno Botta, direttore del dipartimento di chimica e tecnologia del farmaco presso l’Università degli studi di Roma “La Sapienza”, Carlotta Marianecci, docente di tecnologia, socioeconomia e legislazione farmaceutiche dell’Università degli studi di Roma “La Sapienza”, Alessandro Diotallevi, legale ed esperto della materia, ed infine Marialuisa Roscino, giornalista scientifica.
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«Quando si parla di farmacisti – spiega Rossana Matera -, quasi sempre si pensa solo alla farmacia intesa come luogo fisico di esercizio dell’attività di vendita di farmaci e presidi sanitari». In questo senso, evidenzia, «raramente si parla di farmacisti, in quanto tali, indipendentemente che siano proprietari o meno di una farmacia. Questo equivoco ha senza dubbio radicato una visione della professione del farmacista che ormai non risponde più alla realtà del settore». Per questo motivo, continua Matera, «occorre una riforma che, attraverso anche un intervento istituzionale e con la collaborazione del mondo accademico, possa portare a una nuova considerazione della professionalità del farmacista».
Dello stesso avviso Emilio Croce, il quale sottolinea che «la farmacia dovrà divenire sempre più un presidio di salute, cui il cittadino dovrà avere accesso ai servizi sanitari. Questa cosa però non trova ancora attuazione, perché occorre una convenzione. Anche il corso di laurea in farmacia dovrà essere ammodernato». Nel corso dell’evento gli organizzatori hanno annunciato la nascita di un’associazione di farmacisti «che si troverà al centro di un grande network di contatti con diverse realtà aziendali al fine di favorire l’ampliamento degli sbocchi professionali».
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