Vytenis Andriukaitis, commissario dell’Unione europea per la Salute e la Sicurezza alimentare, ha risposto ad un’interrogazione parlamentare che era stata depositata il 17 aprile 2019 dal deputato del Partito popolare europeo Philippe Juvin. Quest’ultimo aveva fatto riferimento alla direttiva 2001/83/EC in materia di prodotti omeopatici ad uso umano. «L’efficacia dei “medicinali omeopatici” non è mai stata provata, utilizzando gli stessi criteri che vengono applicati ai farmaci convenzionali prima che essi possano essere posti in commercio. Per questa ragione si ritiene sia corretto distinguere tali prodotti da quelli che, invece, possono essere commercializzati solo dopo essere stati sottoposti a rigorosi controlli scientifici. Una distinzione di questo tipo consentirebbe ai consumatori di essere informati meglio circa i differenti standard di sicurezza e di efficacia».

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Il parlamentare europeo ha chiesto quindi alla Commissione di Bruxelles «di assicurarsi che il termine medicinale venga utilizzato unicamente in riferimento a prodotti per la salute la cui efficacia e sicurezza sia stata provata» e, conseguentemente, «di proibirne l’uso in riferimento ai prodotti omeopatici». Nella sua risposta, Andriukaitis ha spiegato che «la normativa europea sui prodotti omeopatici è stata introdotta nel 1992 con l’obiettivo di assicurarne la qualità e le sicurezza, e che fosse chiara la loro natura omeopatica.

All’epoca, si considerò che, nonostante le differenze esistenti tra gli Stati membri, I consumatori europei fossero adeguatamente protetti nel momento in cui sceglievano dei medicinali omeopatici. Sulla base dell’attuale processo di registrazione semplificato, questi ultimi non possono menzionare più specifiche indicazioni terapeutiche, e devono essere diluiti in modo sufficiente da assicurare la loro sicurezza.

Inoltre, l’etichettatura deve portare chiaramente la menzione che si tratta di “prodotti medicinali omeopatici senza indicazioni terapeutiche approvate”». Infine, il commissario ha aggiunto che «allo stato attuale non sono previste revisioni della direttiva 2001/83/EC, con particolare riferimento alla regolamentazione dei prodotti omeopatici». Il 31 maggio 2019, un’altra interrogazione, della parlamentare europea Maria Teresa Gimènez Barbat del gruppo Alde, ha sottoposto alla Commissione Ue un’interrogazione scritta sul tema dei farmaci omeopatici. Affermando che «l’omeopatia non è medicina».

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