La direzione generale dei Dispositivi medici e del Servizio farmaceutico del ministero della Salute ha inviato una nota agli Ordini dei Farmacisti e dei Medici, a Federfarma, a Federchimica e ai Carabinieri di Roma, in merito ai «prodotti farmaceutici messi a disposizione del mercato comunitario e presentati come prodotti cosmetici sterili». L’ufficio ministeriale ha spiegato in proposito che «in commercio possono essere presenti prodotti cosmetici in formulazioni sterili che sono confezionati in un contenitore primario in forma di fiala (ampoule) o flacone/flaconcino con tappo a gomma e ghiera (vial). Tali prodotti possono essere destinati ad uso professionale oltre che ad un uso diretto da parte del consumatore».

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La nota ha quindi ricordato quanto disposto dal Regolamento dell’Unione europea. n. 1223/2009, che definisce il “prodotto cosmetico” come «qualsiasi sostanza o miscela destinata ad essere applicata sulle superfici esterne del corpo umano (epidermide, sistema pilifero e capelli, unghie, labbra, organi genitali esterni) oppure sui denti e sulle mucose della bocca allo scopo esclusivo o prevalente di pulirli, profumarli, modificarne l’aspetto, proteggerli, mantenerli in buono stato o correggere gli odori corporei». Ne consegue, precisa la direzione generale, che «i prodotti cosmetici possono essere applicati solo su superfici esterne. Le disposizioni normative in materia di cosmetici non precludono la possibilità che gli stessi siano preparati e ripartiti nel contenitore primario in condizione di sterilità. Tuttavia, un prodotto cosmetico non può e non deve essere iniettato».

A stabilirlo è lo stesso Regolamento comunitario, secondo il quale «una sostanza o miscela destinata ad essere ingerita, inalata, iniettata o impiantata nel corpo umano non è considerata prodotto cosmetico». Altra disposizione prevista dall’atto normativo europeo è legata alle fasi di etichettatura, di messa a disposizione sul mercato e di pubblicità: «Non vanno impiegati – si legge nel testo – diciture, denominazioni, marchi, immagini o altri segni, figurativi o meno, che attribuiscano ai prodotti caratteristiche o funzioni che non possiedono». Ne consegue, osserva ancora il ministero, che «qualora un cosmetico immesso sul mercato fosse presentato al pubblico come un prodotto sterile e confezionato in un contenitore sterile, non può e non deve essere iniettato».

Inoltre, per evitare usi non corretti, tali prodotti «non possono e non devono essere etichettati e pubblicizzati in modo tale da far ritenere possibile, ad un utilizzatore finale, l’impiego per via iniettiva». Lo stesso ministero ha per questo aggiornato la pagina del proprio portale Internet dedicata al tema. Nel novembre del 2018 è stato anche pubblicato in Italia un decreto del ministero della Salute in materia di “Procedure di controllo del mercato interno dei prodotti cosmetici”, come riferito ai propri lettori dal nostro giornale.

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