mnlf«Quando in una categoria professionale il numero dei precari o inoccupati di età inferiore ai 45 anni raggiunge il 23,5% (dato nazionale 12,4%) c’è evidentemente un problema. Se a questo dato aggiungiamo che la crisi economica si è fatta sentire meno in farmacia rispetto ad altri settori – tanto che il primo trimestre 2015 si è chiuso con il segno più (2,8%) – è lecito porsi alcune domande». A spiegarlo è il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, che in un’analisi della situazione lavorativa nel comparto delle farmacie, non esita a puntare il dito anche contro i titolari: «Perché i fatturati crescono, le ore di apertura al pubblico pure, ma aumenta il livello di disoccupazione e precarietà tra i farmacisti? Qualcuno, pervicace et indefesso sostenitore del numero chiuso all’università, dimenticandosi che stiamo parlando di un monopolio di fatto, dà la colpa al numero troppo elevato di laureati (in diminuzione quest’anno). Altri alla congiuntura economica». Ma per il presidente del MNLF, Vincenzo Devito, non bisogna dimenticare i «comportamenti irresponsabili di buona parte dei titolari di farmacia».
«Quando si ricorre in maniera sempre più massiccia – spiega il dirigente – ai contratti di tirocinio post-laurea, vero e proprio oltraggio professionale per chi deve già sostenere l’apprendistato pre-laurea, quando si fa un uso disinvolto del part-time, si utilizzano contratti atipici o si provvede a pagare con “voucher” (buoni lavoro) alcune ore a chiamata», senza dimenticare i casi «di vero e proprio “lavoro nero”», è necessario e doveroso «denunciare l’irresponsabilità». «Bene ha fatto la Fofi – prosegue il comunicato del MNLF – a creare un portale per far incontrare domanda e offerta del mondo del lavoro ed altrettanto bene ha fatto a porre in discussione l’intero sistema previdenziale di categoria (Enpaf), la cui riforma totale è ormai improcrastinabile».
Il Movimento propone sette punti per far crescere la categoria: liberalizzare i farmaci di fascia C; abolire il tirocinio per chi già lo sostiene nel proprio corso di laurea; ampliare le opportunità di lavoro dei laureati in Farmacia nell’insegnamento, nell’industria, nella ricerca, negli ospedali; riformare l’Enpaf; riformare il corso di laurea in funzione delle esigenze del mercato; riformare i corsi ECM puntando sulla qualità; individuare linee guida finalizzate al miglioramento professionale sul consiglio per patologia, sui servizi forniti e sulle dotazioni strumentali utilizzate».

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