«Siamo giunti al nostro settimo congresso. L’idea di base è quella della certificazione. Da diversi anni ormai abbiamo lanciato il round robin, ovvero il fatto che il farmacista si sottoponga volontariamente a dei controlli sulle preparazioni, in forma anonima. Il che è di grande utilità per capire se la propria attività è corretta e anche migliorarne se necessario alcuni aspetti». È così che Paola Minghetti, presidente della SIFAP (Società Italiana Farmacisti Preparatori), spiega per quale ragione si è deciso di organizzare l’evento, che si terrà il 28 e 29 febbraio a Bergamo.

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«Dopo alcuni anni di tale procedura – prosegue la dirigente – abbiamo effettuato un salto, che in qualche modo era doveroso. Ovvero fornire una certificazione SIFAP che dimostri al paziente che il suo farmacista si sottopone in modo volontario ai controlli, che comprendono anche la verifica sul fatto che la farmacia abbia a disposizione un’organizzazione adeguata e che venga effettuata una formazione professionale. Si tratta di un percorso biennale: i primi certificati li daremo adesso, ma è da due anni che i farmacisti in questione sono coinvolti. Dal mio punto di vista, è particolarmente importante proprio la volontà del farmacista di certificare sé stesso, attraverso una struttura scientifica, con l’obiettivo di tutelare il paziente. A tali farmacisti verrà consegnata una vetrofania per informare il pubblico del fatto che i controlli sono risultati positivi».

Minghetti aggiunge che al congresso sono stati invitati anche i presidenti di Federfarma, di Fofi e di Sifo. «Verranno non solo a premiare ma a condividere questo percorso, poiché alcuni farmacisti coinvolti nel progetto sono titolari, altri sono dipendenti e altri ancora ospedalieri. Valuteremo con i dirigenti anche la possibilità eventualmente di trasformare il progetto, se ciò può essere utile. Il rispetto del Ssn e delle persone va guadagnato: la nostra sulla galenica vuole essere una via che secondo me si può esportare anche in altre situazioni. Ma nella due giorni di Bergamo ci saranno numerose sessioni parallele molto tecniche e poi avremo delle plenarie nel corso delle quali analizzeremo il “triangolo” che è alla base della galenica, formato da medico, farmacista e paziente». Saranno presenti anche pediatri, odontoiatri, dermatologi, per «capire insieme come far sì che la galenica possa continuare ad arrivare laddove l’industria non riesce ad arrivare».

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