
È proprio al fine di poter sfruttare le differenti competenze di ciascuna farmacia che si sta procedendo ad una sorta di “censimento” delle stesse. Mallarini ha spiegato infatti che, ad oggi, molti dati non sono in possesso neppure delle Federfarma locali: anche, banalmente, quello sulle farmacie aperte di notte, perché in alcuni casi gli accordi sono stati presi direttamente con i comuni. «Ma quando ci si pone di fronte ad una controparte, è assolutamente fondamentale sapere presentare un’iniziativa indicando con precisione quante saranno le farmacie che ne faranno parte. È ovvio infatti che un conto è un progetto al quale partecipano in 400, un conto è uno al quale partecipano in 7.000». L’esperta ha quindi citato anche i possibili problemi logistici: «Ciascuna farmacia ha specializzazioni specifiche, così come un differente numero di collaboratori. È chiaro in questo senso che non tutte posso rispondere allo stesso modo». Ma ciò da cui occorre partire è il fatto che le farmacie hanno importanti competenze, spendibili sul mercato: «Ci sono delle cose che noi sappiamo di saper fare». La “rete delle reti” cercherà di valorizzarle.
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