Nella seduta del 9 maggio 2010, il Consiglio di amministrazione di Banca Ifis, riunitosi sotto la presidenza di Sebastien Egon Fürstenberg, presidente del principale azionista di controllo La Scogliera Spa, ha approvato i risultati finanziari relativi al primo trimestre del 2019. L’utile di esercizio è stato indicato a 29,9 milioni di euro: dato in flessione di 8 milioni rispetto allo stesso periodo del 2018, con un decremento del 20,9%. L’istituto finanziario ha fatto sapere inoltre che il margine di intermediazione è di 130,1 milioni di euro, confermando la crescita nei principali segmenti di business. Mentre, il «contributo della Ppa come da attese, in flessione a 17 milioni di euro, rispetto ai 31 milioni di euro del quarto trimestre 2018». Con riferimento ai costi operativi, essi ammontano a 74,4 milioni di euro, che includono il consolidamento di Fbs, operatore nazionale specializzato nella gestione di npl ipotecari e corporate. Infine, il costo del credito del segmento imprese, pari a 13,2 milioni di euro (88 punti base vs. 170 punti base dell’esercizio 2018), «evidenzia una stabilizzazione dopo gli accantonamenti non ricorrenti del 2018».

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Luciano Colombini, amministratore delegato del gruppo, all’inizio del proprio mandato lo scorso aprile, ha evidenziato che «le mie prime impressioni della banca sono di una realtà dinamica, innovativa e profittevole con un team coeso di manager giovani, capaci e con esperienze professionali complementari. I risultati trimestrali evidenziano un margine di intermediazione pari a 130 milioni di euro, ottenuto con il contributo di tutte le aree di business della Banca». In tale scenario, evidenzia il dirigente, «il business model della banca è unico nel suo genere, con una buona diversificazione e specializzazione in diversi segmenti di mercato», pertanto «la strategia dovrà essere orientata alla crescita delle diverse business unit mantenendo un’attenzione particolare alla qualità dell’attivo e ai costi operativi».

Banca Ifis, si ricorda, ha portato a termine, nel luglio del 2018, l’operazione di acquisizione della maggioranza di Credifarma Spa, diventando proprietaria del 70%, mentre il 30% rimane a Federfarma, con la quale l’istituto ha firmato una partnership strategica pluriennale al fine di promuovere il ruolo di Credifarma in favore degli associati di Federfarma e del mercato nazionale delle farmacie. Lo stesso istituto aveva sottolineato che «l’operazione è stata finalizzata attraverso l’acquisizione, da parte di Banca IFIS, della totalità delle quote detenute da UniCredit e da Bnl – Gruppo Bnp Paribas, pari nel complesso al 32,5% del capitale sociale di Credifarma, seguita dall’acquisizione di una parte dell’attuale quota detenuta da Federfarma per il 21,5% del capitale».

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