giovane-farmacista-pagato-voucher-sinasfa«L’Italia purtroppo è un paese in caduta libera in tutti i settori»: è il commento amareggiato di Francesco Imperadrice, Presidente del Sindacato Nazionale dei Farmacisti non Titolari Sinasfa, interpellato da FarmaciaVirtuale.it in merito al caso del giovane farmacista umbro 28enne, Dario, pagato a voucher, sollevato da un articolo de “Il Venerdì di Repubblica” e da noi già affrontato. Ogni 20 del mese Dario si reca in tabaccheria a ritirare il suo “stipendio”, ossia i suoi 7,5 euro a voucher, per un lavoro di otto ore giornaliere, quaranta settimanali, dal lunedì al venerdì in una farmacia di Perugia. La sua è una vicenda di precarietà che purtroppo tocca tanti altri giovani e Dario presto partirà per il Belgio in vista di un tirocinio in un’azienda farmaceutica vicino a Bruxelles, dove rivestirà il ruolo di assistente ricerca e sviluppo. «Purtroppo è una storia come tantissime altre – dice Imperadrice – Perlomeno lui ha avuto la “fortuna” di essere pagato con i voucher. Molti altri sono impiegati in nero: sono soggetti che producono, ma è come se non esistessero. Ci guardiamo intorno e c’è sempre qualche situazione peggiore. Quella di questo giovane è comunque una vicenda vergognosa, soprattutto perché si parla di una farmacia con tanti altri dipendenti assunti con diversi tipi di contratti. Deve essere mortificante per la dignità di una persona essere l’unica alla quale viene riservato questo tipo di trattamento». Secondo il presidente di Sinasfa, in Italia «non si investe nei professionisti sanitari. Si cerca piuttosto soltanto di incrementare il fatturato con mille escamotage. Purtroppo succede spesso, ad esempio, di sottopagare i dipendenti per investire in scontistica e promozioni e migliorare all’apparenza l’immagine della farmacia. Se un titolare “assume” collaboratori attraverso voucher, stage, o addirittura in nero, è chiaro che può permettersi poi di creare un certo tipo di farmacia che attiri il cliente. Grazie a queste “furbate”, però, si creano grossi problemi alle altre farmacie della zona, perché non vi è leale concorrenza e si può far perdere fatturato, mettendo in crisi anche i collaboratori. Dall’inizio del 2017, come Sindacato abbiamo ricevuto notizia di parecchi colleghi che stanno perdendo il posto di lavoro, in alcuni casi per calo del fatturato, che spesso dipende proprio dal comportamento scorretto di altri titolari della zona». Il problema di fondo è che è la stessa legge che consente l’utilizzo di pratiche come il pagamento tramite voucher o il prolungamento di tirocinii. «Purtroppo non c’è interessamento per alcune categorie come la nostra in Parlamento – spiega Imperadrice – Sarebbe necessario che qualche politico prestasse attenzione ai diritti dei farmacisti collaboratori, figure importanti nel panorama del Sistema Sanitario Nazionale che andrebbero tutelate. Qui in Italia abbiamo tante persone eccezionali che spesso decidono di andare all’estero in cerca di un futuro migliore. Mi arrivano tanti curricula di colleghi che hanno investito molto sulla loro preparazione, effettuando anche dei master fuori Paese, e che ora si trovano a dover “elemosinare” qualche lavoro, spesso sottopagato. È mortificante e degradante. Più si usano certi tipi di escamotage, – conclude Imperadrice – più si svaluta l’immagine della farmacia».

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