farmacie«In nessun altro posto del mondo esistono le parafarmacie, ma soltanto le farmacie, che possono essere convenzionate o meno»: questa la posizione decisa espressa dalla parlamentare del Partito Democratico Silvia Fregolent, nel corso di una intervista alla trasmissione “Settegiorni” di Rai Parlamento. La discussione, al fianco di Alessio Villarosa del Movimento 5 Stelle, verteva sul Ddl Concorrenza e sul tema liberalizzazioni. Un dibattito aperto da mesi, visti i tempi dilatati dell’iter riguardante il disegno di legge, che probabilmente neanche questa settimana riuscirà ad arrivare al voto in Senato. Interpellata sulla liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C, vista da alcuni come un’occasione mancata, l’On. Fregolent ha dichiarato che «la questione farmacie-parafarmacie è esclusivamente italiana. Non so perché – ha detto la parlamentare – alcuni farmaci tanto delicati possano essere venduti da negozi che di fatto sono dei supermercati. È vero che c’è il farmacista, ma la parafarmacia non ha la stessa procedura di autorizzazione che ha una farmacia. Quindi, la proposta è la liberalizzazione delle licenze, uno strumento per eliminare questa anomalia italiana. La questione non è il farmaco, ma la parafarmacia: – conclude Fregolent – come dare dignità a persone che hanno avuto l’illusione di poter essere considerate farmacisti quando non lo sono». Di diversa opinione il parlamentare grillino Villarosa, che sul tema farmacia spiega come «si sarebbe potuta liberalizzare la fascia C e dare la possibilità di vendita anche alle parafarmacie. Abbiamo avuto diverse segnalazioni, – ha aggiunto – secondo le quali alcuni prodotti vengono venduti a prezzi più alti alle parafarmacie rispetto alle farmacie». Alle polemiche esplose dopo le dichiarazioni rilasciate nell’intervista, l’On. Silvia Fregolent ha risposto attraverso un post sulla sua pagina facebook. «C’è stato uno spiacevole equivoco – ha scritto la parlamentare – Non ho mai pensato che i titolari di parafarmacie, tutte persone in possesso di una laurea in farmacia, non siano dei farmacisti a tutti gli effetti. Il mio punto di vista sul tema è sempre ruotato attorno alla differenza riguardante gli esercizi commerciali, e mai alle persone che vi lavorano, che sono, lo ripeto, tutti farmacisti. La mia preoccupazione è stata sempre quella di trovare una soluzione al problema delle false speranze date ai farmacisti che coltivavano il sogno di lavorare in una farmacia, ma che sono invece impiegati in negozi che, di fatto, non lo sono. Per questo ho sempre ritenuto – ha concluso Fregolent – che la soluzione migliore fosse la liberalizzazione delle licenze e non quella dei farmaci, che altrimenti potrebbero essere venduti anche dai supermercati o dalle pompe di benzina, con l’effetto di scontentare allo stesso tempo i parafarmacisti e di esporre i cittadini alla vendita di medicinali senza un filtro da parte di personale preparato».

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