mnlfL’associazione di consumatori Movimento Difesa del Cittadino (MDC) e il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti (MNLF) hanno lanciato un appello congiunto rivolto al Parlamento, al fine di chiedere la liberalizzazione dei farmaci di fascia C. Mentre la discussione del Ddl Concorrenza, nel cui ambito si discute appunto della possibilità di far uscire la fascia C dalla farmacia, è stata rinviata a gennaio 2016 (inizialmente si era prospettata l’approvazione entro dicembre), il MNLF torna dunque alla carica.
Il suo presidente Vincenzo Devito, assieme al presidente di MDC Antonio Longo, ha ribadito infatti la richiesta di liberalizzare la vendita dei medicinali con obbligo di ricetta, perché tale manovra farebbe «bene al Paese e agli interessi dei consumatori».
Questi ultimi, scrivono le due associazioni, «sanno bene quali sono stati i vantaggi di cui hanno usufruito dopo la liberalizzazione dei farmaci da banco e malgrado i maldestri tentativi per nasconderne gli effetti positivi, chiedono che il processo sia portato a compimento». «Non c’è nessun motivo valido per non liberalizzare questo settore», aggiungono, dal momento che tale scelta genererebbe «solo vantaggi per la crescita economica del Paese e per i cittadini», e non produrrebbe «alcun rischio per la salute in quanto i farmaci verranno consegnati da un farmacista laureato ed abilitato». Inoltre, proseguono Devito e Longo, ciò non genererebbe «alcuna chiusura perché le farmacie continuano a detenere oltre il 91% del mercato», né alcun «pericolo di abuso perché i controlli sono gli stessi previsti per le farmacie». I vantaggi economici, in particolare, sono valutati in «5 mila nuovi posti di lavoro nelle parafarmacie», nella creazione di «3000/3500 nuove aziende» e in «700 milioni di nuovi investimenti in tre anni a costo zero per lo Stato». I consumatori, inoltre, «risparmierebbero 500 milioni di euro»
«Il Parlamento – concludono MDC e MNLF – è invitato ad abbandonare per sempre logiche protezionistiche e a guardare agli interessi generali della comunità che l’ha eletto. Occorre guardare avanti, al futuro, e per fare questo serve risolvere definitivamente il grave problema d’iniquità che blocca lo sviluppo della categoria. Non basta far entrare capitale privato: senza concorrenza vera il rischio è la creazione di un oligopolio dove le prime a soccombere saranno proprio le farmacie più piccole».

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