Il ministero della Salute ha risposto ad una nota inviata da Federfarma il 20 febbraio 2019, nella quale l’associazione di categoria aveva esposto le proprie perplessità in merito alla legittimità di un’iniziativa commerciale rivolta alle farmacie. Essa si basa su una piattaforma personalizzabile e propone la costruzione di siti interne di e-commerce dediti alla vendita di farmaci OTC attraverso un distributore automatico. Quest’ultimo, secondo lo stesso sindacato dei titolari di farmacie, dovrebbe essere installato al di fuori della farmacia, e collegato tramite una app con la quale il cliente potrebbe acquistare e ritirare direttamente il farmaco da banco sette giorni su sette, notte e giorno. In pratica, gli utenti potrebbero prenotare online i medicinali e poi andarli a ritirare senza parlare mai con un farmacista.

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Per Federfarma, «le perplessità su questa modalità di vendita riguardano soprattutto la difficoltà di inquadrarla all’interno del sistema normativo relativo alla vendita online di farmaci senza obbligo di ricetta, vendita avente caratteristiche del tutto differenti rispetto alla fattispecie in questione». Il ministero della Salute si è detto dello stesso avviso, spiegando che tale metodo commerciale «non può qualificarsi come una forma di vendita online di medicinali, a nulla rilevando la circostanza che per effettuare l’acquisto presso la macchina dispensatrice sia necessario collegarsi al sito Internet della farmacia autorizzata alla vendita online».

Nel mirino dell’associazione di categoria e del ministero ci sono in particolare due elementi: «In primo luogo, i farmaci posti in vendita non sono fisicamente nel magazzino della farmacia o nella farmacia medesima, bensì “in un distributore precaricato esterno alla stessa, che non può ritenersi in nessun modo sede della farmacia”. In secondo luogo, l’acquisto avviene con una procedura che non può essere considerata equivalente rispetto a quella prevista per la vendita online, “in cui il ruolo del farmacista nella dispensazione del farmaco rimane predominate a tutela della salute”». Infine, la normativa in vigore «non consente la vendita di farmaci a mezzo di distributori automatici. L’attività in questione è pertanto da considerare come vendita di medicinali al di fuori dei canali autorizzati».

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