«Illustrissimo Ministro, le scrivo per comunicarle che si sta verificando, sempre di più, la mancanza dei farmaci distribuiti dalle farmacie ed è davvero avvilente, per un operatore della salute qual è il farmacista, dare riscontro negativo ai pazienti, mortificandoli con l’impossibilità di fornire loro una importante varietà di medicinali». Comincia così la lettera firmata da Venanzio Gizzi, presidente Assofarm, inviata all’attenzione di Orazio Schillaci, ministro della Salute. Gizzi scrive che «le farmacie comunali, di cui mi onoro di presiedere la loro organizzazione rappresentativa, ritengono non più sostenibile tale situazione e appare evidente che il fenomeno dei farmaci mancanti è dovuto: in parte alla mancanza di materie prime per la produzione e il confezionamento degli stessi da parte dell’industria, in parte a una maggiore richiesta di alcuni farmaci per la cura dei contagi influenzali e del Covid-19».

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Valutare il fenomeno dell’import-export

Secondo Gizzi «rimane infine da valutare, con serenità ed equilibrio, il fattore riguardante l’esportazione verso Paesi ove il prezzo di alcuni farmaci è più alto rispetto a quello della vendita nel nostro Paese». Più nel dettaglio «le farmacie comunali non praticano tali operazioni e ritengono ingiusto, soprattutto per la popolazione, subirne eventuali conseguenze». Dunque, le richieste della sigla al ministro Schillaci: «Le chiedo, pertanto, un suo autorevole decisivo intervento in merito, tendente a neutralizzare la situazione dei farmaci mancanti per la distribuzione ai cittadini e nel contempo le chiedo altresì di incontrarla per sottoporle le iniziative e i programmi che Assofarm pone in essere nell’interesse del sistema farmacie e quindi della popolazione bisognosa di servizi per la salute».

L’allarme dei distributori intermedi

Dall’inizio del 2021 i distributori intermedi hanno lanciato a più riprese l’allarme relativo all’incremento dei costi energetici e logistici. Le sigle avevano acceso i riflettori sulla problematica secondo cui «i rincari dei costi di energia e carburanti, la cronica sotto-remunerazione delle attività svolte unite da ultimo alle difficoltà di approvvigionamento rischiano di incrinare il servizio di distribuzione dei medicinali alle farmacie. Con disagi e disservizi facilmente immaginabili per i pazienti e le categorie più fragili della popolazione». Ciò denunciando anche la dinamica secondo cui, all’epoca dell’allarme, era «più complesso ottenere risposte tempestive dalla politica alle istanze richiamate dal settore ormai da lungo tempo».

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