«Per diffondere l’uso dei biosimilari nella pratica clinica è necessaria la collaborazione dei medici e dei pazienti, che, su diversi aspetti relativi all’uso dei medicinali biosimilari, esprimono un bisogno crescente di informazioni chiare e puntuali, supportate da solide basi scientifiche». Viene presentata così la nuova sezione denominata “Farmaci biosimilari”, attivata sul sito web istituzionale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). «Per favorire la conoscenza dei farmaci biosimilari – si legge nella descrizione -, in linea con l’indirizzo del Documento in materia di Governance farmaceutica, l’Aifa rende disponibile sul proprio sito una sezione informativa – che sarà aggiornata e integrata con ulteriori contenuti scientifici e regolatori, sia di natura tecnica che divulgativa – e un decalogo per i cittadini con le risposte ai più comuni dubbi su questo tema».

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Tuttavia, come spesso accaduto in passato, se da un lato nelle occasioni politico-istituzionali il farmacista viene descritto come “sentinella territoriale”, “front-office del Ssn”, “primo avamposto della salute”, dall’altro, quando si passa al lato pratico, le cose sono ben diverse. Nel caso in questione, sebbene la movimentazione di farmaci biosimilari nelle disponibilità dei farmacisti territoriali sia pressoché minima, se non nulla, l’Aifa non fornisce alcun riferimento alla possibilità, da parte del farmacista, di contribuire comunque allo sviluppo della conoscenza in merito ai farmaci biosimilari. Un caso analogo risale al febbraio del 2019, quando, come raccontato ai propri lettori da FarmaciaVirtuale.it, la Regione Emilia Romagna aveva pubblicato dati favorevoli relativi alle dosi dispensate, – 5% rispetto al 2016 e – 16% se confrontato al 2010, e metodi relativi ai consumi di antibiotici nella lotta alla resistenza, non citando i farmacisti tra gli operatori. Oppure, nel marzo del 2018, il ministero della Salute aveva lanciato una campagna intitolata “Prevenire il diabete si può”, con il sostegno di numerose associazioni di medici e di malati, pur non considerando la fondamentale presenza dei farmacisti sul territorio, anche alla luce dell’impegno più volte profuso attraverso la campagna DiaDay.

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