facebook-googleE se colossi come Facebook rischiassero di andare incontro a grandi problemi? Il dubbio è stato sollevato da Damian Tambini, direttore della divisione media policy della London School of Economics. In un intervento pubblicato dal giornale inglese PressGazette, il docente ha spiegato che per i social network potrebbe avvicinarsi “l’inizio della fine. I giorni in cui le reti sociali, capaci di orientare l’opinione pubblica rimanendo in gran parte esentate dalle responsabilità alle quali invece sottostanno gli editori, potrebbero essere contati”. Nell’articolo si ricorda anche che tali piattaforme rappresentano un problema per il giornalismo digitale, dal momento che attraggono nel Regno Unito la gran parte dei capitali che sono spesi per la pubblicità online. “Si tratta di una questione seria per colossi come Facebook o Google, che pone problemi profondi per le democrazie liberali. Dovrebbero per lo meno chiarire su quali basi i loro algoritmi decidono di porre in evidenza alcune notizie a scapito di altre, dal momento che di fatto essi diventano qualcosa a metà strada tra un direttore e un censore”, ha aggiunto il docente. Nell’articolo vengono anche citati temi come l’eccessiva quantità di informazioni o il problema delle fake news: “Il punto è che tali aziende non possono applicare delle regole come un normale broadcaster, poiché i contenuti non sono rivisti prima della pubblicazione. E non possono controllare tutto ciò che finisce sulle loro piattaforme”, ha osservato un altro professore della Scuola londinese, Charlie Beckett. L’11 gennaio 2018, il fondatore e amministratore delegato di Facebook, Mark Zuckerberg, ha annunciato attraverso un post pubblicato sullo stesso social network un profondo cambiamento nell’algoritmo utilizzato per scegliere quali contenuti privilegiare tra quelli visualizzati da ciascun utente. In pratica, come riportato dal Corriere della Sera, «quando faremo scorrere il polpastrello sullo schermo dello smartphone o consulteremo la pagina dal computer da scrivania, vedremo soprattutto aggiornamenti di amici e familiari, o aggiornamenti ritenuti rilevanti per noi in base alle “interazioni significative” dei nostri amici e familiari». Ciò «a scapito dei post delle pagine di giornali o aziende». Un cambiamento che, ovviamente, non potrà non incidere anche sulle pagine utilizzate dalle farmacie.

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