Giovedì 12 novembre l’Associazione distributori farmaceutici (Adf) aveva inviato una nota agli organi regionali campani in materia di riorganizzazione della Distribuzione per conto. Nella missiva, pubblicata su FarmaciaVirtuale.it, Alessandro Morra, presidente dell’Adf, offriva la disponibilità dei distributori intermedi alla costituzione di un Hub senza costi aggiuntivi per le farmacie territoriali.

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La risposta di Federfarma Caserta all’Adf

Alla lettera di Morra è seguita la risposta di Umberto D’Alia, presidente di Federfarma Caserta, il quale ha puntualizzato che «la Legge n. 405/2001 individua nelle Associazioni Sindacali delle farmacie pubbliche e private la controparte esclusiva delle amministrazioni regionali per la stipula di accordi finalizzati a consentire agli assistiti di rifornirsi delle categorie di medicinali che richiedono un controllo ricorrente del paziente (farmaci A-PHT-DPC)». Secondo D’Alia è in questo quadro normativo che «si inseriscono le linee guida contenute nel Dca n. 97/2016, i conseguenti accordi provinciali per la distribuzione per conto stipulati con le aziende sanitarie nonché, in ultimo, il Protocollo di intesa per la realizzazione di un Hub centralizzato, siglato con la Regione Campania in data 21 febbraio 2020».

La proposta della Regione Campania

Sempre in merito alla nota di Morra, D’Alia evidenzia che «ad una prima lettura, la sua proposta non vada nella direzione di quanto è stato commissionato, dalla Regione Campania, alla rete delle farmacie operanti sul territorio regionale e conseguentemente concordato nel citato Protocollo di intesa del mese di febbraio u.s. In quell’accordo – prosegue D’Alia – la Regione Campania ci dava mandato a realizzare un magazzino operativo, unico e centralizzato, dedicato in via “esclusiva” al ciclo di acquisto-stoccaggio e smistamento delle forniture di Dpc destinate al territorio regionale».

La scelta delle singole associazioni

«Viceversa – si legge nella risposta -, si ha la sensazione che la dinamica da Ella proposta consista nel replicare, sostanzialmente, il sistema a “raggiera ” già in vigore nelle province di Caserta e Salerno e di esportarne il modello nelle altre tre province di Napoli, Avellino e Benevento, imponendo il sistema raggiera per un servizio a “titolo gratuito”, quello stesso servizio già realizzato nella nostra provincia, facendo venir meno la libera scelta delle singole associazioni. Tale scenario finirebbe col consolidare un tipo di organizzazione su base provinciale senza realizzare una reale e “fisica” centralizzazione regionale del ciclo di distribuzione per conto necessaria, nell’ottica della Regione, a razionalizzazione e contenimento dei costi».

L’organizzazione a “raggiera”

«È di tutta evidenza – prosegue D’Alia – che una tale soluzione, nel disattendere quella evoluzione di sistema espressamente perseguita dall’Ente regionale per ottimizzare il ciclo produttivo, potrebbe incidere sul compenso straordinario riconosciuto in favore delle farmacie nell’ultimo protocollo di intesa». Infine, un ultimo punto sollevato da D’Alia: «Ma il rischio più grande è che l’estensione dell’organizzazione a “raggiera” a tutto il territorio regionale, realizzando la aggregazione/concentrazione della rete dei distributori operanti in Campania, possa nutrire il pericoloso “germe” della costituzione di un cartello commerciale il cui risultato sarebbe la fatale compressione del potere contrattuale della categoria».

L’ulteriore risposta di Adf a Federfarma Caserta

A distanza di qualche ora è la stessa Adf a rispondere nuovamente alla missiva di Federfarma Caserta. L’associazione di categoria dei distributori farmaceutici evidenzia, in risposta alla nota di D’Alia, che «solo a chiarimento delle paventate “pericolosità” da Lei esposte – precisa Alessandro Morra -, Le confermo che nel rispetto della Legge n. 405/2001 abbiamo indirizzato la nostra proposta alle associazioni provinciali chiarendo semplicemente che, nelle Province in cui è presente un sistema “DPC a Raggiera”, uno dei magazzini capofila potrebbe fungere anche da Hub senza generare costi aggiuntivi rispetto a quelli attualmente sostenuti dalle farmacie territoriali ( 1,20 € + IVA). Inoltre – conclude Morra -, l’eventuale “raggiera-regionale”, che tra l’altro già esiste in varie regioni, non ha alcun rischio di rappresentare un “cartello commerciale”, anzi, per quanto abbiamo proposto, sarebbe semmai un “cartello al ribasso” a vantaggio delle farmacie territoriali».

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