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Anche la Fofi è tirata in ballo, infatti, aggiunge Romiti, «da tempo è bloccata sul numero chiuso all’Università e questo fa si che si perdano opportunità e possibilità. Tempo prezioso che nessuno si può permettere di lasciarsi sfuggire con soluzioni “immaginifiche” come la farmacia dei servizi che ormai compie dieci anni e più di dibattiti senza che nessuno riesca a spiegare con quali fondi verrebbe finanziata».
«Un esempio – spiega -, dove ci appare latiti l’interesse della Federazione, è quello della Puglia, ove noi abbiamo fornito il nostro appoggio tecnico e politico alla proposta di legge del neo assessore Borraccino, che prevede una cosa semplice, ma importante: ove si dispensa farmaco questo deve avvenire sotto la responsabilità di un farmacista. Quindi case di cura, cliniche private, case di riposo e tutti i luoghi ove ad oggi sono altri ad occuparsi dei farmaci».
Vincenzo Devito, presidente del MNLF, con riferimento al sistema delle università, «già prevede ostacoli normativi che riducono le capacità occupazionali. Ergo, sorge spontaneo domandarsi se tale proposta non sia più finalizzata a mantenere in vita tali ostacoli che a risolverne il problema. Ma questa – continua Devito – è un’altra partita che pur giocandosi su altri tavoli, ha riflessi importanti anche sulla disoccupazione dei farmacisti italiani».
L’invito del MNLF è di guardare al tema della disoccupazione cercando soluzioni inclusive senza chiudersi in un recinto che verrebbe facilmente divelto. «Il nostro chiodo fisso – conclude – non deve essere quello di ridurre il numero di laureati in farmacia, ma quello di come dare loro lavoro.
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