ddl concorrenzaÈ ormai un tutti contro tutti, o quasi, sul fronte del ddl concorrenza per quel che riguarda il settore farmacia. L’ultimo affondo è quello del sindacato dei farmacisti rurali che lancia un duro attacco in particolare contro il sottosegretario all’Economia e leader di Scelta civica Enrico Zanetti. Il partito che fu di Mario Monti non ha mai nascosto, da che si discute del disegno di legge, la propria battaglia per la liberalizzazione della Fascia C, rilanciata nuovamente da Zanetti ora che il provvedimento è approdato in Aula alla Camera, dopo che le commissioni Finanze e Attività produttive di Montecitorio hanno deciso che la dispensazione dei medicinali a carico del cittadino con obbligo di prescrizione rimanga in farmacia.

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Il leader di Sc in un’intervista al quotidiano La Repubblica ha ammesso esplicitamente: «Ci siamo concentrati sulla battaglia per la liberalizzazione dei farmaci di Fascia C, perché la consideriamo un importante cambio di passo, una questione simbolo. Con una piena liberalizzazione gli utenti potrebbero risparmiare 500 milioni l’anno». «Porteremo in Aula i nostri emendamenti, e ci aspettiamo che il governo non prenda posizione e non cerchi di indirizzare o frenare il dibattito parlamentare», spiega Zanetti, «su questa norma convergono anche Sel, il Movimento Cinque Stelle e un’ampia parte del Partito democratico. Anche se non è mai stato reso esplicito, mi sembra che ci sia invece un veto da parte di Ncd. Spero di essere smentito, anche perché un governo che giudica inaccettabili i veti della minoranza Pd non può farsi condizionare dai veti di altri partiti».

Un’ennesima presa di posizione, per cui non si è fatta attendere la risposta di Sunifar-Federfarma: «Desta grande stupore la posizione espressa dal sottosegretario Zanetti e dalla strana alleanza guidata da Scelta civica in occasione del dibattito alla Camera sulla vendita dei medicinali con ricetta medica nella grande distribuzione. Evidentemente Zanetti, che pure afferma di difendere gli interessi dei cittadini, non conosce, o fa finta di non conoscere, le reali esigenze delle persone, soprattutto di quelle che vivono nei tanti piccoli centri del nostro Paese». «I farmacisti rurali – attacca il sindacato – lo invitano a percorrere la strada che porta alla farmacia rurale e a visitare le tante zone di campagna o di montagna, nelle quali mancano i principali servizi pubblici, ma la farmacia c’è sempre, giorno e notte, 365 giorni l’anno, al servizio delle persone, di chi è malato e di chi non può muoversi. Se i politici che oggi sostengono le posizioni della Grande distribuzione organizzata venissero a vedere come lavorano le farmacie rurali capirebbero quanto è superficiale il loro punto di vista e quali danni produrrebbero le loro proposte agli oltre 10 milioni di cittadini che vivono nei piccoli centri, non più figli legittimi di questo Paese, ma solo figliastri». Il risultato della liberalizzazione, afferma Sunifar, sarebbe la chiusura di tantissime farmacie, che, ricorda il sindacato dei farmacisti rurali, «essendo concessioni, rappresentano lo Stato sul territorio».

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