
Devito ha replicato: «Avevamo percepito sin dalla riunione del Consiglio dei ministri del 2015 e dalla decisione di non procedere con un decreto legge che il ministro Guidi sulla liberalizzazione dei farmaci di fascia C avesse trovato delle “barricate” all’interno del Governo, e in particolare tra coloro che all’interno della maggioranza difendono interessi corporativi. Tuttavia, pensavamo che questo isolamento non fosse condiviso da chi sino a ieri aveva fatto dell’equità e delle pari opportunità la propria bandiera». Il numero uno del MNLF ha quindi osservato: «In realtà, se si volesse ancora dare un segno positivo al Ddl Concorrenza ci sarebbe ancora tempo per correggerlo nel dibattito in Aula. Ricordiamo che non solo il ministro dello Sviluppo Economico, ma anche Antitrust, Ocse, Commissione Ue, Associazioni dei consumatori e numerosi economisti non comprendono perché un farmacista laureato non possa vendere i farmaci di fascia C in una parafarmacia».
Anche il presidente delle Libere Parafarmacie Italiane, Ivan Giuseppe Ruggiero, ha criticato le parole del ministro Guidi: «Non capisco come sia possibile che un ministro chieda al suo governo di liberalizzare e l’esecutivo stesso faccia orecchie da mercante. Siamo riconoscenti per la presa di posizione, ma a noi non servono lacrime di coccodrillo, bensì fatti. Il ministro porti il suo parare nelle sedi opportune e intervenga concretamente per porre rimedio a questo disegno di legge scandaloso».
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