
Il MNLF ha poi puntato il dito contro la «strategia della paura utilizzata dall’organizzazione che rappresenta i titolari di farmacia per sbarrare il passo a qualsiasi riforma. La notizia di 4.500 farmacie a rischio “default” è una bufala gigantesca, innanzitutto perché il dato è ad arte dilatato, poi perché le difficoltà nulla hanno a che fare con la crisi economica, ma piuttosto con una cattiva gestione legata ad appesantimenti derivanti dagli investimenti effettuati e dagli oneri finanziari, nonché dai costi di struttura. In realtà in Italia le farmacie che sono seriamente in difficoltà per “mala gestione” sono 279». Secondo il Movimento, inoltre, «conti alla mano il costo medio per ogni singola farmacia derivante dalla liberalizzazione dei farmaci di fascia C sarebbe di 44/55 euro al giorno: cifre che farebbero sorridere qualsiasi altro settore ove vige libertà d’impresa».
Quanto alla vendita in luoghi diversi dalle farmacie, il MNLF sostiene che «la sicurezza sarebbe la stessa, essendo presente un laureato ed abilitato che ivi opera», mentre i controlli sarebbero «di uguale portata e periodicità», e «le specifiche tecniche le medesime». La domanda, inoltre, «non aumenterebbe perché non è “elastica” essendo legata alla prescrizione di un medico».
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