Ddl Concorrenza farmacieUn gruppo di associazioni di consumatori è stato ascoltato alla Camera, nel corso di un’audizione tenuta nell’ambito delle discussioni sul disegno di legge sulla Concorrenza. La loro opinione, nel merito, è risultata fortemente negativa: «Il provvedimento – hanno spiegato – è contrario agli interessi della popolazione». «Lo voglio dire con estrema franchezza e durezza: in questo Ddl non esiste una sola norma che vada a favore dei cittadini», ha tuonato il presidente di Federconsumatori Rosario Trefiletti, puntando in particolare il dito contro i passaggi del testo che si concentrano sui comparti delle assicurazioni e dell’energia. Il numero uno dell’associazione dei consumatori ha poi aggiunto che «viene il sospetto che si tratti di regali alle imprese che operano in un settore già liberalizzato».
Insieme ai rappresentanti di un’altra organizzazione dei consumatori, l’Adusbef, Trefiletti ha poi aggiunto che nel provvedimento «si nascondono regali» a quelle che vengono definite «le solite lobby: assicurazioni, banche, monopoli elettrici, farmacie, gestori telefonici». Per quanto riguarda i titolari di farmacia, in particolare, ad essere fortemente contestata è l’ipotesi di sottrarre al mercato libero i farmaci di fascia C, fra i quali antinfiammatori, ansiolitici, anticoncezionali: si stima circa 4 mila medicinali. Secondo le associazioni ascoltate in Parlamento, tali medicinali «con minori prezzi potrebbero essere acquistati nelle parafarmacie dove sono obbligatoriamente presenti farmacisti». Conseguentemente, qualora il disegno di legge dovesse essere approvato nella forma attuale, «significherebbe aver regalato un giro di affari di almeno 3 miliardi di euro l’anno, danneggiando ogni famiglia per una cifra pari a circa 42 euro l’anno».
Per quanto riguarda invece l’apertura della titolarità al capitale, un’altra organizzazione di consumatori, Assoutenti, ha spiegato di temere «l’ingresso di nuovi soggetti che potrebbero scavalcare i piccoli professionisti. Siamo molto preoccupati per il rischio che il farmaco possa essere equiparato alle altre merci». Da parte sua, il presidente della Fofi Andrea Mandelli ha ribadito sul social network Twitter la propria contrarietà al testo, «che non fa che contrapporre e creare divisioni tra categorie».

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