ddl concorrenzaProseguono le audizioni sul Ddl Concorrenza alla Commissione Industria del Senato. Martedì 1° dicembre è stato il turno del Movimento nazionale liberi farmacisti, che ha portato avanti la causa della liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C senza obbligo di ricetta. Puntuale è arrivata la durissima replica di Federfarma: «C’è poco da fare – scrive la Federazione in un post pubblicato sul proprio sito –, a maneggiare le cifre il Movimento Liberi Farmacisti fa qualche fatica».

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La fallacia di fondo, secondo Federfarma, starebbe proprio nei numeri citati a sostegno di questa tesi nella Memoria consegnata al Senato. Come quegli 1,8 miliardi di euro di risparmi in sette anni che costituirebbero la prova concreta dei vantaggi dovuti al decreto Bersani del 2007: 1,8 miliardi in cui, però, sarebbero confusi in un unico calderone i farmaci senza ricetta e l’extrafarmaco trattato dalle parafarmacie, che è sempre stato venduto attraverso molteplici canali distributivi. O numeri come quelli sull’aumento del prezzo dei farmaci da banco. Secondo il MLNF, tale aumento ammonterebbe solo allo 0,9% nei sei anni fino al 2011. I dati di Assosalute citati da Federfarma, però, appaiono diversi: -0,5% nel 2007 (anno del decreto Bersani), +0,9% nel 2008, +2,4% nel 2009, +4,3% nel 2010, +2,5% nel 2011. Numeri che, chiosa Federfarma, non farebbero che confermare la tesi-chiave della Federazione: «La liberalizzazione dei “senza ricetta” non ha portato alcun reale beneficio alle tasche dei consumatori, perché sconti e promozioni che la GDO ha veicolato in questi anni si sono concentrati su una ristrettissima gamma di confezioni, troppo poche per incidere realmente sulle medie di mercato e sulla spesa complessiva degli italiani».

Totalmente errata – conclude Federfarma – sarebbe anche la stima sul totale delle parafarmacie e dei corner GDO in attività. I dati del ministero della Salute che parlano di poco meno di 5.500 esercizi, infatti, sarebbero «come noto inattendibili per la loro funzione meramente burocratica»; sarebbero, al contrario, «molto più affidabili» le rilevazioni di Ims Health, che conteggiano nel nostro Paese 3.900 parafarmacie e 320 corner.

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