Dopo aver commentato la possibilità di effettuare test sierologici in farmacia, lo scorso settembre, Vincenzo D’Anna, presidente dell’Ordine nazionale dei biologi, esprime il proprio parere contrario in seguito alle dichiarazioni di Roberto Speranza, ministro della Salute, il quale ha ipotizzato di coinvolgere le farmacie nell’attività di esecuzione di tamponi rapidi in farmacia. «L’Ordine Nazionale dei Biologi – si legge in una nota -, con l’intento primario di tutelare la salute dei cittadini e in secondo luogo, la professionalità di quanti (biologi, medici, chimici e tecnici di laboratorio) operano presso i laboratori clinici accreditati con il SSN, sta valutando iniziative legali, affinché vengano revocate le disposizioni impartite dai governatori di quelle regioni in cui è stata autorizzata l’esecuzione dei test cosiddetti ‘veloci‘ nelle farmacie».

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D’Anna: «Tali esami presentano varie criticità»

«Tali tipi di esami – prosegue D’Anna – presentano varie criticità riguardanti la possibilità di falsi negativi e di falsi positivi, sia per l’alta quantità di materiale virale necessario a positivizzarli, sia per la non specificità dei test medesimi, che possono positivizzarsi anche in presenza di materiale virale appartenente a coronavirus influenzali». Ciò criticando la possibilità di autorizzare l’attività di tamponi rapidi «in ambienti certamente non idonei come le farmacie».

«Test andrebbe eseguito con adeguate misure di protezione»

Il dirigente evidenzia poi che «in detti ambienti il prelievo dovrebbe essere eseguito con le adeguate misure di protezione per il personale, con adeguata e costante sanificazione e con lo smaltimento dei rifiuti ai sensi della vigente normativo sul trasporto dei rifiuti tossici e nocivi. Tutte cose che normalmente vengono eseguite alla lettera nei laboratori specializzati accreditati. Cosa succederebbe nel caso in cui qualcuno risultasse positivo al test: si chiuderebbe immediatamente la farmacia, mettendo in quarantena clienti e dipendenti, così come accaduto, ad esempio, con le scuole?».

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