Nuove evidenze sono state presentate al sesto congresso della Società italiana di nutrizione clinica e metabolismo (Sinuc), svolto a Roma dal 4 al 6 ottobre 2023. Come è noto, l’obesità è una malattia cronica, recidivante e multifattoriale, in alcuni casi invalidante, il cui quadro generale spinge il mondo della ricerca a trovare nuove soluzioni per il controllo della patologia. Nell’ambito del Congresso annuale, la Sinuc ha ricordato che «capire come e perché alcune persone accumulano peso è stato un obiettivo degli scienziati allo scopo di scardinare il meccanismo patologico e trovare strategie per riportare al peso considerato normale».

[Se non vuoi perdere tutte le novità iscriviti gratis alla newsletter di FarmaciaVirtuale.it. Arriva nella tua casella email alle 7 del mattino. Apri questo link]

Approccio terapeutico guidato dal fenotipo. Nel corso della tre giorni, la Sinuc ha citato uno studio apparso su Obesity, in cui «in una coorte di pazienti a cui erano stati prescritti farmaci antiobesità, l’approccio terapeutico guidato dal fenotipo è stato associato a una maggiore perdita di peso di 1,75 volte dopo un anno e la percentuale di pazienti che hanno perso >10% a un anno è stata del 79% rispetto al 34% con il trattamento generico. Identificare i fenotipi di obesità basati sulla fisiopatologia e sul comportamento può portare ad interventi mirati e più efficaci e migliorare i risultati di perdita di peso».

Il ruolo dei farmaci antiobesità. Quanto ai nuovi farmaci antiobesità (Aom), come riferito dalla Sinuc, essi «hanno un tasso di risposta variabile di perdita di peso e rappresentano una interessante opzione. In una meta-analisi, la percentuale di pazienti che hanno perso più del 10% con Aom variava dal 20% al 54% rispetto al 9% dei soggetti del gruppo placebo con una perdita di peso a un anno tra 2,6 a 8,8 Kg. Si è però capito che la risposta precoce, definita come perdita di peso maggiore del 5% nei primi tre mesi, è l’unico predittore di perdita di peso a lungo termine con i farmaci».

I fenotipi nei quadri clinici legati all’obesità. Nel Congresso della Sinuc sono stati approfonditi i profili dei diversi fenotipi. In particolare quello «riconducibile al cervello affamato spinge a un’assunzione elevata di calorie prima di raggiungere la pienezza e la sazietà», mentre «quello relativo invece alla fame emotiva mostra livelli più elevati di ansia, depressione e alimentazione guidata dalle emozioni oltre a livelli più bassi di autostima e una peggiore immagine corporea rispetto agli altri fenotipi». Dunque «i soggetti con fenotipo intestino affamato mostrano un più accelerato svuotamento gastrico: circa del 30% per i cibi solidi e del 22% per i liquidi nelle femmine mentre nei maschi lo svuotamento gastrico medio è accelerato del 38% per i solidi e del 33% per i liquidi. Quindi tendono ad alimentarsi più spesso, mentre i soggetti con fenotipo a combustione lenta, identificabili in un metabolismo rallentato, mostrano una massa muscolare inferiore e una minore predisposizione all’attività fisica». Secondo la Sinuc «è possibile che gli individui mostrino fenotipi misti o non appartengano a nessuno di questi quattro gruppi, ma l’identificazione di modelli biologici è importante per un approccio personalizzato».

I differenti fenotipi legati alla sazietà. Maurizio Muscaritoli, presidente Sinuc, ha sottolineato che «l’eterogeneità tra i pazienti con obesità è particolarmente evidente nella risposta di perdita di peso agli interventi sull’obesità, come diete, farmaci, dispositivi e interventi chirurgici. È ormai assodato che l’approccio di diminuire l’apporto calorico e aumentare il movimento è inefficace e superato e non possiamo più ignorare che proprio l’eccesso di peso sia responsabile di circa 70mila morti evitabili l’anno solo nel nostro Paese. La novità è aver catalogato l’obesità in quattro “fenotipi” ossia il complesso delle caratteristiche di un organismo che risultano dall’interazione fra la sua costituzione genetica e l’ambiente: cervello affamato (sazietà anormale), fame emotiva (mangiare edonico), intestino affamato (sazietà anormale) e combustione lenta (rallentamento del tasso metabolico)».

Relazione tra sistema digestivo e sistema nervoso centrale. Alessio Molfino, docente di Medicina interna alla Sapienza di Roma, ha ricordato che «l’obesità è una forma di malnutrizione per eccesso, ma ha una origine che riconosce fattori alimentari, genetici, emotivi, sociali, per questo risulta così difficile intervenire». Secondo Molfino «esiste una stretta relazione tra sistema digestivo e sistema nervoso centrale chiamato asse intestino-cervello: l’equilibrio di questa via di comunicazione può essere alterata da numerosi fattori. Su questa complessità si innestano i fenotipi il cui riconoscimento permette una medicina sempre più personalizzata. I diversi fenotipi mostrano comportamenti peculiari».

© Riproduzione riservata

Non perdere gli aggiornamenti sul mondo della farmacia

Riceverai le novità sui principali fatti di attualità.

Puoi annullare l'iscrizione con un click. Non condivideremo mai il tuo indirizzo email con terzi.