credifarmaCredifarma, la finanziaria dei titolari di farmacia (66% Federfarma, 17% Unicredit , 17% BNL Gruppo BNP Paribas) conclude il “turnaround program” e chiude l’esercizio 2015 con un risultato migliore del 21% (la perdita è di 4,9 milioni di euro) rispetto a quanto richiesto dagli azionisti e contemplato nel piano di rilancio elaborato lo scorso giugno da Bain. L’Assemblea dei soci ha così approvato il bilancio che termina un periodo complesso grazie alla ristrutturazione aziendale, capillare ed articolata, posta in essere dal nuovo management e conclude il turnaround program realizzato in sei mesi. “Abbiamo rivisitato tutta la struttura di costo – afferma l’Amministratore Delegato Marco Alessandrini – in maniera scrupolosa e con grande determinazione realizzando sinergie significative che hanno prodotto risultati concreti già nel corso del secondo semestre 2015”. Dopo aver cartolarizzato, tra gli altri, i NPL, effettuato accantonamenti estremamente prudenziali sul portafoglio crediti, ridisegnato l’intero assetto organizzativo, anche alla luce delle 20 persone uscite nel corso dell’anno, Credifarma si presenta ora con una struttura piu’ snella ed efficiente . In sicurezza il patrimonio con il CET1 all’8,46% . La compressione dei costi non ha influito sul programma degli investimenti laddove ingenti risorse sono state impegnate nello sviluppo del sistema informativo e nel rilancio dell’immagine aziendale “La bontà della strada intrapresa – prosegue Alessandrini – viene ribadita anche dal fatto che il primo trimestre del corrente esercizio registra, per la prima volta dopo tre anni, un utile di periodo,
con sostanziale tenuta della quota di mercato ed ulteriore compressione dei costi rispetto al budget, ribadendo che l’azienda continua ad avere un proprio significato”. Credifarma si presenta ora con un ampliato modello di servizio che verrà ulteriormente sviluppato grazie anche alla digitalizzazione di taluni processi e delle piattaforme che verranno messe a disposizione della clientela . La fase di sviluppo dei ricavi troverà il proprio driver anche nel senso di appartenenza delle farmacie a Federfarma, come peraltro ribadito da una recente indagine di customer satisfaction commissionata da Credifarma ed elaborata da “G.N. research”, nonché nell’offerta di prodotti e servizi alcuni frutto dell’accordo commerciale con Unicredit e BNL.
“La farmacia – conclude Alessandrini – continua a mantenere oggi un grado di profittabilità ben superiore rispetto ad altri settori merceologici domestici, il quadro è ormai stabilizzato e la bolla del valore della farmacia che ha portato anche in anni recenti a multipli di 2,3,-2,5 appartiene ormai al passato, di fronte ad una variabile che oggi oscilla tra 0,8 e 1,2 . La farmacia ha bisogno di avere una propria autonomia ma deve guardare con fiducia a forme aggregative in rete anche alla luce degli scenari che si potrebbero aprire con il nuovo DDL il cui iter si protrae ormai da tempo ma che anticipa l’ineludibile ingresso dei capitali”.

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