Nel panorama dell’offerta di prodotti e servizi alla popolazione, il Consorzio farmacisti italiani (Cfi) rappresenta un’iniziativa unica nel suo genere. Fondato alla fine del 2019 da nove farmacisti indipendenti, il Cfi ha preso il volo nonostante le sfide presentate dalla pandemia. Il Gruppo, come spiega Alice Diena, farmacista titolare tra i fondatori di Cfi e presidente del Consiglio di amministrazione per il triennio 2023-2026, ha come obiettivo principale la formulazione, produzione e commercializzazione di integratori alimentari e altri prodotti sotto un proprio marchio. Questo progetto richiede un elevato livello di partecipazione e collaborazione, essendo indipendenti da grossisti o catene. La visione del Cfi è quella di creare prodotti unici e inimitabili, migliorando la formula degli integratori di uso comune, per renderli più attraenti per i clienti e distinguersi dai concorrenti, in particolare quelli che vendono prevalentemente online. FarmaciaVirtuale.it ha raccolto un update del progetto, con uno sguardo approfondito sul percorso del Cfi e sul futuro del settore farmaceutico.

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Quali sviluppi ci sono stati nel Consorzio?

La grande novità è stata la partecipazione crescente dei colleghi: a oggi siamo arrivati ad avere 24 farmacie. Abbiamo raddoppiato i volumi e aumentato significativamente il fatturato. Inizialmente abbiamo ampliato il nostro business, durante il Covid, con prodotti correlati come mascherine e presìdi Covid, ma ora ci stiamo concentrando sui servizi. Un esempio è stato l’aggiunta nelle nostre farmacie di una macchina per analizzare i livelli di vitamina D e cortisolo. Ciò si abbina bene alla vendita di integratori nel caso in cui ci sia una carenza e risponde alla richiesta dei clienti per analisi più specifiche. Abbiamo anche iniziato a farci conoscere sui social media e abbiamo assunto un testimonial per promuovere i nostri prodotti principali.

È cambiata la struttura decisionale all’interno del Consorzio?

La struttura è rimasta la stessa. Ci piace coinvolgere l’intera Assemblea dei soci nelle decisioni più importanti e strategiche. Ci riuniamo due volte all’anno e le decisioni vengono prese da tutti i soci. Il Cda è molto operativo e si occupa delle produzioni dei prodotti a marchio, ma l’elenco dei prodotti che proporremo nelle nostre farmacie viene deciso dall’assemblea. Questo ci piace perché coinvolge tutti i soci.

Quali difficoltà avete riscontrato nell’espansione del progetto?

La principale difficoltà è quella di entrare in contatto con colleghi lontani da noi. Il titolare vive molto all’interno della sua farmacia ed è difficile vedere titolari lontani da noi, a meno che non si tratti dei titolari che sono nella tua provincia. Il nostro obiettivo è avere una sorta di vetrina per farci conoscere al di là del nostro gruppo ristretto.

Come gestite l’equilibrio tra competitività dei prezzi e mantenimento dei margini per i consorziati?

I nostri prodotti non devono essere mai oggetto di scontistica. Ciò è importante perché noi non competiamo sui prezzi ma sulla qualità dei prodotti e sulla consulenza professionale che offriamo ai clienti. Abbiamo prodotti che costano poco, ma anche prodotti premium che vengono venduti dai nostri professionisti. L’obiettivo è fare upselling in maniera attiva per il cliente, offrendogli una formula migliore e un servizio di consulenza. Questo ci ha permesso di uscire dalla guerra dei prezzi e di concentrarci sulla qualità e il servizio.

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