concorso straordinario farmacieLa Puglia, che ha pubblicato una graduatoria provvisoria in attesa di passare a quella definitiva, è una delle prime ad aver stilato comunque il documento. In altre regioni, d’altro canto, sembra che tutto si sia arenato o, anche se i lavori delle Commissioni proseguono, lo fanno facendo trapelare poco o nulla. Quali siano i tempi per una pubblicazione, anche separata, delle varie graduatorie nelle singole regioni italiane è poco chiaro. Sembra che, in alcune regioni come la Campania e la Valle d’Aosta, non si sia ancora nominata la Commissione che dovrebbe stilare la graduatoria. Se si dovesse aspettare la conclusione di tutti gli iter burocratici potrebbe voler dire che l’attesa sarà ancora lunga. Molto probabilmente si parla di qualche anno. Il problema, però, sembra essere proprio burocratico. Non è prevista una legge che impone alle regioni un’uscita contemporanea delle graduatorie. Questo comporta, dunque, che le varie regioni non sono obbligate a procedere di pari passo, provocando profonde differenze, come ad esempio tra la Puglia e la Campania. Il ritardo della pubblicazione delle graduatorie comporta anche un ritardo nella creazione di posti di lavoro. Molte delle associazioni che potrebbero vincere, infatti, sono fatte da giovani sottoccupati o disoccupati, e la pubblicazione delle graduatorie farebbe sì che questi giovani possano trovare un impiego adeguato.

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Abbiamo sentito in merito il Prof. Carlo Ranaudo, docente all’Università degli Studi di Napoli Federico II. “È venuta fuori questa strana idea che le graduatorie debbano essere pubblicate contemporaneamente, e a mio avviso è un escamotage per non farle pubblicare. Perché ci sono regioni che stanno indietro, altre regioni che sembra stiano a metà, altre che sono in stato avanzato, e non vedo il perché una regione debba poi aspettare le altre. Poi c’è tra l’altro un aspetto: io non ho letto da nessuna parte che si debba aspettare la graduatoria unica. In questo momento, aprire le farmacie, significherebbe dare ossigeno ad una serie di ragazzi che oggi sono disoccupati, sottoccupati e che non hanno necessità di guadagnare migliaia di euro. Oggi si dice molto che bisogna fare tanto per i giovani e se si aprissero diciamo 2500 farmacie, ma anche 1500 farmacie, ogni farmacia ha bisogno di almeno 3 persone, perciò ad occhi chiusi noi avremmo messo dentro 6-7000 persone.”

Si potrebbe quantificare in anni una pubblicazione unica delle graduatorie?

Esattamente. Ieri mi ha chiamato un collega e mi ha chiesto cosa bisogna fare. Perché ci troviamo davanti ad una necessità di far rientrare un’altra volta la magistratura, perché qua noi stiamo evidenziando che ci sono dei problemi che dovremmo delegare ad altri per farli dirimere. Perché qui ci stanno delle omissioni. C’è una legge che dice che bisognava pubblicare entro un certo periodo e non è stato fatto. Le Commissioni che vanno a rilento. E allora la domanda che io le faccio è: perché?

Ritiene che l’apertura di nuove farmacie non vada a discapito di quelle già aperte?

L’apertura di nuove farmacie va a discapito di quelle già aperte entro i limiti. Noi abbassiamo sicuramente il fatturato perché si dividono i clienti. Però attenzione che disinneschiamo una miccia. Perché noi abbiamo una marea di farmacie. E l’alternativa “non far partire il concorso” significa esasperare gli animi. Tornare ad un discorso di liberalizzazione selvaggia, dove saranno gli altri a decidere, dove arriverà il capitale, dove probabilmente le farmacie non saranno in mano ai farmacisti ma saranno in mano a persone che hanno i soldi. Perché se arriviamo alla liberalizzazione secondo lei chi se le prende le farmacie? Chi ha i capitali. In Inghilterra, ad esempio, ci sono farmacie che sono in mano a società che gestiscono 1600 farmacie. La difesa di queste piccole rendite potrebbero essere controproducenti all’intera categoria. Bisogna essere tutti uniti nel dire “le graduatorie devono uscire”.

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