mandelli ccepsNel corso del mese di febbraio, un gruppo di diciassette senatori – tra i quali il presidente e il vice presidente della Fofi, Andrea Mandelli e Luigi d’Ambrosio Lettieri – aveva depositato un’interrogazione parlamentare in commissione Igiene e Sanità. Nel documento, si chiedevano chiarimenti in merito alla situazione della Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie (CCEPS), organismo istituito nel 1946 con il compito di giudicare in appello sui ricorsi avverso i provvedimenti disciplinari irrogati dai competenti organi degli Ordini provinciali delle professioni sanitarie. I senatori avevano ricordato che la CCEPS «è scaduta da quasi due anni» e che essa «non è stata ricostituita» per via di un ricorso alla Corte Costituzionale, che ha dichiarato l’illegittimità della norma che disciplina la composizione della stessa CCEPS «nelle parti in cui si fa riferimento alla nomina dei componenti di derivazione ministeriale».
Sulla questione ha risposto il sottosegretario Davide Faraone, nel corso della seduta del 23 marzo, ricordando dapprima come la Commissione Centrale sia «nominata con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro della Salute e di concerto con quello della Giustizia: tale precisazione è necessaria per evidenziare come la costituzione dell’organismo necessiti, proprio per l’alto valore di garanzia che gli è proprio, della convergenza delle volontà di più amministrazioni. Al momento dell’ultima scadenza dell’organismo (23 maggio 2015), il dicastero della Salute ha predisposto, tempestivamente, un primo schema di decreto per il rinnovo della composizione della Commissione, nel quale, in considerazione della nota questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Corte di cassazione, ed in quel momento pendente dinanzi alla Corte Costituzionale, non erano stati indicati, in via cautelativa, i componenti ministeriali. Si era infatti ritenuto che la CCEPS potesse comunque operare, atteso che, pur in assenza dei componenti ministeriali, il numero legale era assicurato».
Il ministero della Giustizia non si è detto tuttavia convinto della scelta, spiegando che, nonostante l’attesa della sentenza, «la norma in questione deve mantenere la sua piena vigenza». Di conseguenza, il ministero della Salute ha trasmesso un nuovo testo, contenente anche la nomina dei componenti di propria designazione. Nel frattempo, però, «è sopravvenuta la sentenza della Corte Costituzionale. Tale circostanza ha reso necessario procedere al ritiro anche di questo secondo schema di decreto e predisporne uno nuovo, aderente al mutato quadro normativo, che, una volta firmato dal ministro della Salute, è stato trasmesso al ministero della Giustizia e alla presidenza del Consiglio dei ministri». Quest’ultima, ha concluso Faraone, «ha firmato il decreto, che è stato registrato dalla Corte dei Conti il 16 febbraio 2017. Il 13 marzo scorso, si è tenuta la seduta di insediamento dell’organismo, le cui prossime udienze sono previste per il 25 e 26 maggio 2017». La ricostituzione, come spiegato da FarmaciaVirtuale.it ai propri lettori, era stata annunciata dalla stessa Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani. Il senatore Mandelli si è dichiarato dunque soddisfatto della risposta del sottosegretario.

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