Con il ritorno del picco epidemico aumenta anche l’approvvigionamento di mascherine da parte dei cittadini italiani. In una nota congiunta, Federazione degli ordini dei farmacisti italiani e Federfarma rilevano che diversi cittadini hanno segnalato diversi casi di dispositivi commercializzati a prezzi «palesemente alteriati». Secondo quanto si legge nel documento, le sigle ricordano che «praticare attività speculative sulla vendita di prodotti di prima necessità (mascherine, gel disinfettanti, etc.) integra il reato di cui all’art 501-bis del Codice penale, che punisce con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 516 a euro 25.822, chiunque, nell’esercizio di qualsiasi attività produttiva o commerciale, compie manovre speculative in modo da alterare il rincaro sul mercato interno».

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Le attività speculative sulla vendita di prodotti di prima necessità

«Si ritiene opportuno ricordare – precisano Fofi e Federfarma – che praticare attività speculative sulla vendita di prodotti di prima necessità (mascherine, gel disinfettanti, etc.) integra il reato di cui all’art 501-bis del Codice penale, che punisce con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 516 a euro 25.822, chiunque, nell’esercizio di qualsiasi attività produttiva o commerciale, compie manovre speculative in modo da alterare il rincaro sul mercato interno». In tale direzione «anche gli orientamenti assunti dalla Corte di Cassazione (Sez. VI, Sent. n. 14534/1989)».

I dettagli della sentenza della Corte di Cassazione

La sentenza infatti evidenzia che “ai fini della sussistenza del reato di manovre speculative su merci, può integrare in astratto una manovra speculativa anche l’aumento ingiustificato dei prezzi causato da un singolo commerciante, profittando di particolari contingenze del mercato. … omissis… Invero, la consumazione del reato richiede la sussistenza di comportamenti di portata sufficientemente ampia da integrare un serio pericolo per la situazione economica generale, con il rilievo che la locuzione “mercato interno”, contenuta nella citata norma, rende certamente configurabile la fattispecie criminosa anche quando la manovra speculativa non si rifletta sul mercato nazionale, ma soltanto su di un “mercato locale”, però il pericolo della realizzazione degli eventi dannosi deve riguardare una zona abbastanza ampia del territorio dello stato, in modo da poter nuocere alla pubblica economia)».

L’invito di Fofi e Federfarma

Dunque, l’invito di Fofi e Federfarma a denunciare eventuali casi di abuso: «Le Unioni Regionali e le Associazioni Provinciali a dare massima diffusione alla presente circolare, denunciando presso le Autorità competenti eventuali fenomeni speculativi, che, come tali, realizzano senz’altro un evidente pregiudizio a carico dell’intera categoria».

Le iniziative di Federfarma di aprile

È utile ricordare che lo scorso aprile, durante la prima fase della pandemia in Italia, Federfarma scese in campo manifestando l’intenzione di portare avanti diverse iniziative in difesa dei farmacisti per la tutela della rispettabilità del ruolo, ove i professionisti operanti sul territorio fossero stati lesi a seguito di iniziative mediatiche volte a squalificare l’immagine della categoria. «Qualora tali verifiche dovessero attestare la correttezza dell’operato della farmacia – si leggeva in una nota di Federfarma inviata ad aprile alle organizzazioni territoriali -, la stessa associazione è invitata a prendere contatti con gli organi di stampa (media o altro) per fornire i dovuti chiarimenti (ad esempio, anche solo per mettere in evidenza la congruità del ricarico, tenuto conto del prezzo di acquisto presso il grossista)».

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