È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, Serie Generale n. 272 del 21 novembre 2022, il decreto del ministero della Salute recante «Determinazione delle quantità di sostanze stupefacenti e psicotrope che possono essere fabbricate e messe in vendita in Italia e all’estero, nel corso dell’anno 2023». Il provvedimento è stato redatto in conformità alle convenzioni internazionali in materia di sostanze stupefacenti e psicotrope, nonché agli articoli 31 e 35 del decreto del Presidente della Repubblica del 9 ottobre 1990, n. 309 – il «Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e delle sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza» e successive modificazioni e integrazioni.

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La produzione in Italia di cannabis per il 2023

Il Ministero ha valutato il fabbisogno nazionale per l’anno 2023 e preso atto del fatto che «le ditte interessate sono state autorizzate a fabbricare e commercializzare sostanze stupefacenti e psicotrope». Il decreto presenta un elenco di tutte le sostanze autorizzate. Di particolare interesse per i farmacisti – e non solo – la parte relativa alla quantità permessa per la produzione di cannabis inflorescenza. Essa è stata infatti indicata, per quanto riguarda le sostanze da distribuire in Italia, in 400 chilogrammi, che saranno prodotti come di consueto dallo Stabilimento Chimico-Farmaceutico Militare di Firenze. Si tratta della stessa quantità stabilita per il 2022 e di una diminuzione rispetto a quanto stabilito nel 2021, anno in cui la produzione era stata mantenuta a 500 kg.

L’esperto: «Ancora enormi le difficoltà»

Lo scorso giugno, in un’intervista a FarmaciaVirtuale.it Marco Ternelli, farmacista preparatore, aveva fatto il punto sullo stato attuale di distribuzione della Cannabis terapeutica in Italia. Ciò segnalando carenze, complicazioni burocratiche e un iter disomogeneo per i pazienti. Ternelli aveva spiegato che «da oltre due anni non c’è disponibilità di cannabis. Ogni farmacia che effettua un ordine deve confrontarsi con tempi di attesa lunghissimi e una fornitura incompleta, parziale e sempre molto ridotta. Ciò significa che, a fronte di un ordine di un chilogrammo, il farmacista può vedersi recapitare solo 200 grammi di materia prima. E per riceverla ci possono volere anche tre mesi, quando ormai la ricetta del paziente è scaduta». Il risultato, commenta Ternelli, è l’abbandono progressivo da parte delle farmacie della preparazione galenica di soluzioni a base di cannabis. Negli ultimi cinque anni, infatti, 20-30 farmacie all’anno hanno smesso di allestire questi preparati.

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