fofiIl ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha accolto la richiesta congiunta di un organizzare un incontro – avanzata da Fofi, Federfarma, Asfi, Assofarm, Farmacie Unite, Sifap e Utifar – per affrontare la questione del prezzo di vendita della cannabis. Come noto, infatti lo stesso ministero nei giorni scorsi ha reso noto di aver inserito nella tabella dei prezzi delle sostanze medicinali la “cannabis infiorescenze grammi 1”, stabilendone il valore a 9 euro, Iva inclusa. Una questione che ha suscitato un vespaio di polemiche nella categoria dei farmacisti, secondo i quali si tratta di una cifra insostenibile, tenuto dei conto dei prezzi di acquisto sia della sostanza olandese che di quella di produzione italiana. «Il prezzo di vendita al pubblico attualmente fissato per la cosiddetta cannabis terapeutica – avevano sottolineato i sottoscrittori della nota indirizzata a Lorenzin – rischia di compromettere la possibilità per le farmacie di realizzare le preparazioni magistrali a base di questa sostanza, a danno dei pazienti. L’importo di 9 euro al grammo è infatti inferiore a quello richiesto dai distributori per questa sostanza. Questa circostanza, che la Fofi aveva già segnalato in fase di istruttoria del provvedimento di fissazione del prezzo nazionale, fa sì che i farmacisti si trovino a pagare la materia prima una cifra superiore al prezzo della preparazione magistrale stessa, quindi costringendo il farmacista ad operare in perdita». Di qui la richiesta di avviare «un confronto urgente», anche al fine di «rivedere nel suo complesso la tariffa nazionale dei medicinali. Infatti, benché la normativa preveda che essa venga aggiornata ogni due anni per allineare gli importi all’andamento del mercato, quelli oggi in vigore sono immutati da oltre vent’anni. In questo modo diviene sempre meno sostenibile economicamente la realizzazione delle preparazioni magistrali da parte delle farmacie, con un crescente disagio per i pazienti. È il caso di ricordare che i destinatari delle preparazioni sono in maggioranza pazienti fragili (neonati, bambini, persone affette da malattie rare) i cui bisogni clinici non trovano risposta nel farmaco di produzione industriale. In tempi di personalizzazione della medicina, è grave che uno dei principali strumenti per adattare le terapie ai bisogni individuali del paziente sia reso impossibile per motivi economici».

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