Così Vincenzo Devito commenta la decisione del Consiglio dei Ministri d’impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge della Regione Piemonte che permette alle parafarmacie di erogare servizi di diagnostica rapida, ovvero test per la misurazione della glicemia, del colesterolo, trigliceridi ecc. ecc. “Non importa, continua Devito, che l’Antitrust si è già espressa su questo tema definendo tale divieto come lesivo della concorrenza, non importa che in tal modo si priviano i cittadini di una possibilità in più per fare prevenzione, non importa che a fare questa legge sia stata una coalizione dello stesso colore di quella del premier.
Tutto ciò non importa perché ciò che conta per il governo è solo l’interesse per lobby e corporazioni.
Lo stesso comportamento tenuto durante tutto l’iter del Ddl concorrenza, ove gli interessi dei cittadini, dell’economia e della creazione di nuovi posti di lavoro, sono stati ancora una volta sacrificati alle “esigenze” di chi non vuole cedere i propri privilegi. Il caso della liberalizzazione dei farmaci di fascia C, quelli con obbligo di ricetta pagati direttamente dai cittadini è eclatante per il “muro” che la maggioranza ha alzato affinché questa proposta di buon senso e a favore degli interessi generali non venisse nemmeno seriamente discussa. Confidiamo che vi sia la possibilità nella discussione in aula per mettere in luce quello che crediamo essere il più lampante esempio d’infiltrazione corporativa nel dibattito democratico.
Sapevamo sin dall’inizio che alla base della decisione del governo di non seguire le indicazioni Antitrust per il settore delle farmacie vi era un patto interno alla coalizione tra Nuovo Centro Destra e Pd, lo sapevamo da fonti attendibili. Tuttavia, speravamo che il partito del Premier si ricordasse dei valori che per tanti anni hanno rappresentato la loro bandiera: merito, equità ed opportunità.
Non avevamo tenuto nella giusta considerazione la profonda metamorfosi che questa forza politica aveva nel frattempo compiuto.
Ora tutti parlano allarmati della possibilità che questa legge per la concorrenza trasformi il settore farmaceutico in un oligopolio, ma quando per primi sia alla Camera dei Deputati che al Senato, in audizione, lo denunciammo non ricordiamo aver avuto allora il sostegno delle istituzioni di categoria che ora piangono “a recinto aperto”.
Il totale fallimento del concorso straordinario per l’apertura di nuove farmacie e il sostanziale blocco della concorrenza nel settore della distribuzione del farmaco avrebbero dovuto far riflettere il governo che invece continua a dare credito ad un Ministro della salute che progetta di elevare la qualità dei livelli essenziali e auspica maggiori servizi in farmacia senza rispondere alla domanda più importante: con quali soldi?
Dispiace, conclude Devito, vedere il governo del proprio Paese coprirsi di ridicolo, ma è proprio ciò che sta accadendo.
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