La resistenza antimicrobica (Amr) è un problema che riguarda l’uomo, gli animali e gli alimenti e che sta diventando sempre più preoccupante a livello globale. Per monitorare la situazione e cercare di trovare soluzioni efficaci, gli Stati membri dell’Unione Europea (Ue) raccolgono annualmente i dati sulla resistenza antimicrobica di batteri zoonotici e indicatori provenienti da uomini, animali e cibo. Questi dati sono poi analizzati congiuntamente dall’Efsa e dall’Ecdc e presentati in un rapporto annuale. In tale direzione, il rapporto del 2020-2021 ha fornito una panoramica delle principali scoperte riguardanti il monitoraggio armonizzato dell’Amr nei batteri Salmonella spp., Campylobacter jejuni e C. coli negli esseri umani e negli animali da produzione alimentare come polli, galline, tacchini, maiali e bovini sotto l’anno di età, e nelle relative carni. Sono stati analizzati i dati sull’occorrenza dell’Amr dell’Escherichia coli indicatore, sulla presenza di presunti produttori di β-lattamasi a spettro esteso (ESBL)/AmpC/carbapenemasi e sulla presenza di Staphylococcus aureus meticillino-resistenti negli animali e nelle loro carni.

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Sotto la lente la resistenza simultanea a più antibiotici

I dati raccolti sono stati confrontati a livello dell’Ue, con particolare attenzione alla resistenza a più antibiotici, alla completa suscettibilità e ai modelli di resistenza combinata per alcuni antimicrobici selezionati e di importanza critica, nonché per gli isolati di Salmonella ed E. coli che presentano fenotipi ESBL/AmpC/carbapenemasi. Nel rapporto è stato riscontrato che la resistenza era presente frequentemente nelle specie isolate di Salmonella spp. e Campylobacter provenienti da uomini e animali, per molti antimicrobici comunemente utilizzati. La resistenza combinata agli antimicrobici di importanza critica era presente principalmente a bassi livelli, a eccezione di alcuni sierotipi di Salmonella e C. coli in alcuni paesi.

Le segnalazioni degli Stati membri Ue

Nel 2021, alcuni Stati membri dell’Ue hanno segnalato per la prima volta dati sull’Amr degli isolati di E. coli provenienti dalle carni campionate ai posti di controllo delle frontiere. La segnalazione di alcuni isolati di E. coli produttori di CP (contenenti i geni blaOXA-48, blaOXA-181 e blaNDM-5) in maiali, bovini e carni derivanti da essi, da parte di un numero limitato di Stati membri richiede un approfondimento. Le analisi delle tendenze temporali su entrambi gli indicatori chiave – tasso di completa suscettibilità e prevalenza di produttori di ESBL/AmpC – hanno mostrato che si sono registrati progressi incoraggianti nella riduzione dell’Amr negli animali da produzione alimentare in diversi Stati membri dell’Ue negli ultimi anni.

L’importanza del monitoraggio del fenomeno

Il rapporto dell’2020-2021 ha fornito un’importante fotografia della situazione dell’Amr nell’Ue, evidenziando l’importanza del monitoraggio continuo della situazione. La resistenza antimicrobica rappresenta una minaccia per la salute pubblica, in quanto può rendere inefficaci gli antimicrobici utilizzati per combattere le infezioni. Ciò può portare a un aumento delle infezioni, della durata delle malattie, delle complicazioni e della mortalità. Il rapporto ha anche messo in evidenza la necessità di un approccio coordinato e multisettoriale per combattere l’Amr, coinvolgendo diversi settori, tra cui la salute umana, animale e ambientale, l’agricoltura e l’industria alimentare. È importante sottolineare che l’Amr non è solo un problema dell’Ue, ma una sfida globale che richiede un impegno coordinato a livello internazionale per prevenire l’emergere e la diffusione di ceppi batterici resistenti. L’Ue ha assunto un ruolo guida in questo senso, promuovendo la ricerca, la sorveglianza e la cooperazione internazionale per affrontare questo problema.

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