Il Pharmaceutical group of the European Union (Pgeu) ha pubblicato un position paper sull’antibiotico-resistenza, tornando a sottolineare il ruolo rilevante dei farmacisti nel contrastare questo fenomeno in crescita in tutto il mondo. «L’emergente e costante aumento di microbi resistenti ai trattamenti antimicrobici – dichiara il Pgeu – è diventato un problema di salute pubblica globale che minaccia il trattamento efficace delle malattie infettive. Nel 2019 l’onere globale associato alle infezioni resistenti ai farmaci è stato stimato in 4,95 milioni di morti, di cui 1,27 milioni direttamente attribuibile alla resistenza ai medicinali. Considerata la natura transfrontaliera del fenomeno dell’antibiotico-resistenza, i farmacisti della Comunità europea ritengono che l’Ue abbia una particolare responsabilità nel guidare una risposta multisettoriale per affrontare efficacemente questa emergenza sanitaria pubblica, concretizzando gli sforzi della European Health Union. Lo sviluppo e l’implementazione di action plan nazionali per combattere questo fenomeno in crescita ha avuto luogo a livello nazionale, ma è necessario il coinvolgimento di ulteriori stakeholder per frenare quella che potremmo definire “pandemia silenziosa”».

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Ruolo del farmacista ancora poco strutturato

Il Pgeu ribadisce la necessità di sostenere, a livello normativo e organizzativo, le diverse attività che i farmacisti possono mettere in pratica per contribuire concretamente alla riduzione dell’antibiotico-resistenza. Tra le varie iniziative di grande utilità, il Gruppo annovera il corretto smaltimento dei medicinali, che la farmacia può gestire con il supporto di programmi definiti e finanziati da istituzioni e operatori locali. Non meno importante il ruolo del farmacista nel prevenire le infezioni, attraverso una vasta gamma di servizi professionali, come screening, rinvio al medico o consiglio di trattamenti adeguati. Tutte queste iniziative, però, non sono sempre strutturate a livello nazionale, il che comporta una grande barriera al lavoro della farmacia. «Nonostante le farmacie siano il luogo in cui avviene la maggior parte delle consultazioni con i pazienti sull’uso prudente degli antibiotici e altri antimicrobici – afferma il Pgeu –, in diversi paesi europei manca ancora un coinvolgimento e un supporto strutturato alla farmacia di comunità nei piani d’azione nazionali sull’antibiotico-resistenza e nello sviluppo di politiche per combattere efficacemente questa emergenza sanitaria pubblica».

Le policy raccomandate del Pgeu

Nel position paper il Pgeu invita i responsabili politici, a livello nazionale ed europeo, ad agire per ridurre la resistenza antimicrobica sostenendo l’attuazione di una serie di interventi. Tra questi il Gruppo sottolinea la necessità di «espandere e premiare i servizi delle farmacie comunitarie che mirano al rinvio al medico e alla prescrizione razionale, sostenere lo sviluppo della pratica farmaceutica, attraverso un’adeguata remunerazione dei servizi della farmacia, sviluppare nuovi servizi e protocolli farmaceutici sulla gestione responsabile dei disturbi comuni, espandere i servizi di vaccinazione in farmacia, rafforzare l’istruzione e la formazione degli studenti di Farmacia e i programmi di formazione professionale continua sull’antibiotico-resistenza e la prevenzione delle infezioni, implementare, rivedere e mantenere le misure di prevenzione e controllo delle infezioni nella comunità di riferimento, garantire che i programmi di smaltimento e raccolta guidati dalle farmacie, ove implementati, siano opportunamente finanziati». Si rimanda alla sezione “Documenti allegati”.

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