Shot of a mature pharmacist working in a pharmacy.

Il Pharmaceutical group of the european union (Pgeu), associazione che rappresenta i farmacisti di 33 paesi europei, il 26 novembre 2024 ha pubblicato un position paper dal titolo “Pharmacists Workforce Shortages”, in cui ha lanciato l’allarme sulla preoccupante carenza di farmacisti in Europa e chiede interventi urgenti per affrontare tali criticità.

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Raccomandazioni per rafforzare il settore

Nel documento, il Pgeu ha evidenziato in che modo la mancanza di farmacisti stia diventando un problema di molti paesi europei, con potenziali ripercussioni sulla salute pubblica, sull’assistenza ai pazienti, e sulla sostenibilità dei sistemi sanitari. Tra le cause principali della situazione, il Pgeu ha indicato i pensionamenti anticipati, il burnout professionale, a cui si aggiunge il calo di interesse per la professione tra gli studenti. Per far fronte all’emergenza, il Pgeu ha delineato nel paper una serie di raccomandazioni rivolte ai decisori politici e alle istituzioni. Tra le azioni prioritarie, vi è anche la pianificazione strategica delle risorse umane a livello nazionale e maggiori investimenti governativi per fare in modo che la forza lavoro possa far fronte alle crescenti esigenze di una popolazione che invecchia e di terapie sempre più complesse.

Investire nella formazione e contrastare il burnout

Nel paper, disponibile in basso nella sezione “Documenti allegati” il Pgeu ha rimarcato l’importanza di potenziare la formazione universitaria, adeguando i programmi di studio all’evoluzione del ruolo dei farmacisti, promuovendo l’interprofessionalità sin dall’inizio del percorso accademico degli studenti. Altrettanto centrale è mettere in atto azioni per contrastare il burnout e la demotivazione nella professione, assegnando carichi di lavoro gestibili, retribuzioni competitive, riducendo gli oneri burocratici, migliorando i percorsi di carriera e promuovendo l’equilibrio tra lavoro e vita privata.

Promuovere l’educazione interprofessionale

Aris Prins, presidente Pgeu, ha dichiarato che «per continuare a fornire un’assistenza di alta qualità, dobbiamo potenziare l’istruzione, sfruttando metodi di insegnamento innovativi, e garantire che i programmi di studio di farmacia si adattino al panorama sanitario in evoluzione. Promuovere l’educazione interprofessionale all’inizio della carriera accademica degli studenti e utilizzare efficacemente le strategie di skill-mix sarà fondamentale per creare una forza lavoro sanitaria più unita. È anche imperativo che non solo mostriamo il valore della farmacia di comunità, ma che lavoriamo anche per integrare più profondamente la professione nel sistema sanitario».

Uso della tecnologia per semplificare la gestione della farmacia

Secondo Prins «dovremmo concentrarci sulla promozione dello sviluppo professionale continuo e sulle politiche di fidelizzazione che affrontano il burnout e l’insoddisfazione all’interno della professione. Ciò include l’offerta di carichi di lavoro gestibili, stipendi competitivi, la riduzione della burocrazia, il miglioramento dei percorsi di progressione di carriera e la promozione dell’equilibrio tra lavoro e vita privata». In tale direzione, per Prins «le soluzioni tecnologiche possono semplificare le attività amministrative in farmacia, consentendo ai farmacisti di comunità di dedicare più tempo alla consulenza dei pazienti. Abbracciare la digitalizzazione può migliorare l’efficienza senza compromettere la fondamentale interazione con il paziente, che è il cuore di un’assistenza sanitaria di qualità».

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