È noto che una delle forme di finanziamento della Riforma Fornero è rappresentata dalla riduzione della percentuale forfetaria di abbattimento – dal 15 al 5% – del canone annuo di locazione dei fabbricati ai fini dell’imposizione diretta; è una novità che decorrerà dal 2013 e renderà ancora più conveniente l’opzione per la tassazione sostitutiva dei redditi da locazione recata dalla c.d. “cedolare secca”, anche se in verità non sembra che questo regime stia riscuotendo il gradimento sperato (dall’Amministrazione finanziaria).

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Ciò nonostante, è bene sempre valutare con attenzione la convenienza della scelta, naturalmente alla luce della situazione personale di ciascun soggetto e tenendo ben presente che il locatore – per tutta la durata dell’opzione – deve rinunciare alla facoltà di chiedere l’aggiornamento del canone a qualsiasi titolo, ivi compreso il semplice aggiornamento Istat, anche se previsto nel contratto.

E un altro punto a sfavore della cedolare è quello – proprio comunque di ogni tassazione sostitutiva – di “sterilizzare” eventuali detrazioni da imposta (per spese mediche, per interessi per mutui contratti per l’acquisto dell’abitazione principale, ecc.), che potrebbero invece essere utilizzate tassando gli immobili con il regime ordinario, e determinare così, in caso di incapienza dell’imposta, la perdita irrimediabile degli sconti fiscali.

Insomma, come abbiamo rilevato più volte, quella per la “cedolare secca” è un’opzione da valutare attentamente caso per caso.

Studio Associato

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