«Non c’è differenza tra latti fermentati, integratori e farmaci: possono contenere gli stessi microrganismi e agli stessi dosaggi. Che si trovino in bottiglietta, in bustine o in capsule, non c’è differenza in termini di qualità o di efficacia. Dunque, non conta neanche il canale di vendita: si tratta solo di una scelta di mercato del produttore. Dalle nostre analisi risulta che i fermenti lattici venduti in farmacia non sono migliori di quelli venduti al supermercato: non hanno concentrazioni più corrette, né più elevate e non contengono microorganismi dotati di effetti particolari». È questa senza mezzi termini la posizione di Altroconsumo, associazione italiana di consumatori senza fini di lucro, con all’attivo oltre 396.000 soci. Ad entrare nel mirino dell’organizzazione questa volta sono i fermenti lattici e il loro funzionamento. Oltre a spiegarne infatti le differenze tecniche, che li distinguono in base alla forma commercializzata, l’associazione punta il dito contro il canale in cui vengono commercializzati tali complementi alimentari.

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Ciò mediante diversi “consigli”, rivolti ai consumatori, che l’associazione dirama attraverso la propria pagina web. Al primo posto, il consiglio «non pensare che quelli della farmacia siano migliori: l’unica cosa che conta è il ceppo del microrganismo probiotico». L’associazione indossa quindi il camice di un professionista, fornendo consigli utili all’assunzione: «Ti consigliamo di assumere i probiotici per cui esistono le migliori evidenze, vale a dire Saccharomices boulardi e Lactobacillus rhamnosus GG, presenti in vari prodotti», poi «attenzione alla dose: negli studi, le dosi di batteri assunte giornalmente arrivano anche a qualche decina di miliardi di microrganismi. È quindi possibile che bassi dosaggi non facciano proprio nulla». Successivamente, «meglio assumere la dose prima dei pasti, sufficientemente lontano da questi», ed infine, «in corso di terapia antibiotica, probiotici di tipo batterico (cioè lactobacilli, bifidobatteri, bacilli, enterococci, …) vanno assunti tra una dose di antibiotico e l’altra. Se si assume invece un lievito come il Saccharomices boulardi, l’assunzione concomitante all’antibiotico non è un problema».

In una simile inchiesta pubblicata nel novembre del 2018, l’associazione aveva messo sotto torchio i farmaci antinfiammatori non steroidei, sottolineando che «i consumatori dovrebbero stare attenti a non farsi ingannare dalle pubblicità e verificare i principi attivi dei farmaci Fans». Ancora, sempre con riferimento al mondo delle farmacie, nel settembre del 2018 aveva tirato in ballo l’efficacia del prodotto Somatoline Cosmetic notte 10, concludendo che i risultati non sono quelli promessi, citando anche farmacie e parafarmacie. Infine, nel giugno del 2018, una lettera al governo Conte al fine di «Liberalizzare la vendita dei farmaci di fascia C».

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